Brutte notizie per tanti automobilisti e pendolari su gomma italiani. Il 2023 si chiude nel peggiore dei modi, il caro carburanti tiene di nuovo sotto scacco il Bel Paese. Ecco tutto svelato: lo scenario è davvero pesante, si torna in difficoltà
Non è stato un 2023 semplice per tanti automobilisti e pendolari su gomma del nostro Paese. Il caro carburanti ha tenuto sotto scacco la Penisola per tutta la durata dell’estate, toccando apici davvero insostenibili a ridosso delle grandi partenze di agosto. Non ha aiutato certo lo scoppio della guerra tra Israele e Palestina, che ha riverberato in maniera importante l’aumento del prezzo del greggio sino alla pompa.
Eppure, un piccolo e incoraggiante calo si era registrato in questo autunno. Il prezzo del verde e del gasolio alla coloninna era diminuito in maniera positiva, lasciando ben sperare tanti italiani e tanti automobilisti del nostro Paese. E invece, brutte notizie sarebbe state scorte all’orizzonte. Le nuove tensioni nel Mar Rosso hanno generato un cambio di rotta per una delle più importanti e cruciali del commercio internazionale di Petrolio. Per questo, gli armatori stanno optando per rotte alternative, circumnavigando l’Africa ed evitando incontri ravvicinati con i miliziani degli Houthi, che hanno già attaccato navi mercantili in transito nel Mar Rosso.
Uno scenario tutt’altro che felice, che torna a far pesare il prezzo dei carburanti alla colonnina. Secondo quanto rivelato da ‘Staffetta Quotidiana’, Eni ha già incrementato di un centesimo al litro quelli che sono i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Un rialzo che non si registrava da metà settembre e che ora torna a tenere sotto scacco il nostro Paese, in vista del 2024. E che fa tremare i tanti automobilisti di Italia, soprattutto nel periodo successivo alle feste di Natale.
Insomma, non un bel modo di chiudere il 2023 per tanti dei nostri connazionali e non un bel modo di prepararsi a dare il benvenuto al 2024. Il tema caro carburanti sta diventando una vera e propria spina nel fianco per amministrazioni e addetti ai lavori, che non riescono ad arginarlo in maniera seria e definitiva. Spazio solo a qualche palliativo e a qualche misura una tantum, che non dissetano certo le gole già arse degli automobilisti italiani. E l’accise, intanto, continua a rappresentare un’ulteriore pressione sul prezzo finale del verde.
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