Pessime notizie arrivano dalla Cina. Quello che potrebbe succedere anche in Europa è oltre le peggiori aspettative: automobilisti avvisati!
Negli ultimi decenni l’intera industria mondiale ha dovuto sempre più fare i conti con la Cina. Il gigante asiatico ha vissuto una crescita esponenziale che l’ha portata ad essere, da paese prettamente agricolo quale era nella prima metà del secolo scorso, a vera e propria superpotenza. Secondo alcuni al pari, se non addirittura già superiore, agli Stati Uniti.
Pechino è ormai un leader mondiale nel settore industriale. Non solo per quanto riguarda i beni di larghissimo consumo, ma anche per quanto riguarda settori tecnologici ad alto valore aggiunto, come ad esempio quello delle batterie legate alla mobilità elettrica. E in un mondo che ormai si dirige spedito verso il passaggio dal motore a scoppio a quello elettrico, non è possibile non tenere in conto la Cina come tra i principali, se non il principale, player del settore. D’altronde Pechino, secondo recenti stime, controlla ben l’80% del mercato degli anodi delle batterie elettriche.
Questo grazie al fatto che i cinesi siano in grado di produrre ben il 65% di tutta la produzione mondiale di grafite, materiale indispensabile per la produzione di batterie per veicoli elettrici. Una posizione dominante sul mercato mondiale che fa si che Pechino possa sedere in una posizione di forza. E il resto del mondo, Stati Uniti ed Europa compresi, non possono che tenerne conto. Anche perché la Cina negli ultimi anni ha iniziato, sfruttando questa posizione di forza, anche una grande espansione della sua presenza globale nel settore dell’elettrico, allarmando e non pochi i governi statunitense ed europei.
La Cina pronta alla stretta sulle batteria: risposta di Pechino agli USA?
L’esclusione dei costruttori cinesi dagli incentivi del governo USA è solo l’ultimo di una serie di tentativi che il governo statunitense sta cercando di mettere in atto per limitare Pechino in diversi settori, compreso quello della mobilità elettrica. La Cina, come naturale che sia, non sta però a guardare e pensa alle contromisure tra cui appunto il ridimensionamento delle esportazioni di grafite. Tradotto: un bel problema per tutta la catena che porta alla fabbricazione di batterie per vetture elettriche. Pechino sa di essere in una posizione di forza, anche perché contemporaneamente negli ultimi anni i cinesi hanno investito molti capitali per aperture di fabbriche di batterie elettriche in Europa.
Stando a quanto riporta il quotidiano Nikkei, qualora questa stretta andasse in porto, ciò rafforzerebbe e non poco il vantaggio cinese anche per quanto riguarda le fabbriche in suo controllo all’estero. L’Unione Europea sta tentando di rispondere con un indagine per vedere quanto è impattante questo dominio cinese, ma i dati restano abbastanza eloquenti. L’azienda cinese CATL solo negli ultimi anni ha investito 10 miliardi di euro in Germania e Ungheria per l’apertura di nuove fabbriche ed ha accordi di collaborazione con i maggiori marchi europei come Mercedes, Daimler, Stellantis, BMW ed altre.