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Icona dello sport italiano travolta da un’auto, lutto devastante

Published by
Christian Camberini

Una vera e propria icona dello sport italiano è stata travolta da un’automobile di recente. La perdita è veramente incolmabile.

La vita di un uomo o di una donna è relativamente breve. Nel periodo di tempo in cui una persona respira, cercherà di fare il massimo per la propria esistenza, compiendo azioni che definiscano in un modo o nell’altro la sua storia. Vale anche per gli atleti sportivi, che quando se ne vanno vengono celebrati in lungo e in largo, specialmente quelli più rinomati e apprezzati in senso assoluto.

Lutto, icona italiana dello sport non c’è più (derapate.it – Canva)

E’ pure il caso della figura che stiamo per conoscere nel dettaglio. Purtroppo se n’è andato lo scorso 7 dicembre, ma il ricordo di lui e delle sue imprese rimarrà per sempre indelebile.

Parliamo di Loredano Comastri, ciclista 73enne di Zola Predosa. E’ stato investito da un’automobile a Crespellano in Provincia di Bologna lungo la strada provinciale Bazzanese. Si tratta di una tragedia che ferisce tutti quanti, e non solo per l’importanza di Comastri a livello sportivo.

Loredano Comastri non c’è più: racconto di una tragedia

Se n’è andato Loredano Comastri, e la memoria va immediatamente allo straordinario evento vissuto da protagonista nell’agosto del 2020 dal sapore indimenticabile e dal gusto memorabile: il cosiddetto Everesting. Una vera e propria impresa realizzata in 19 ore e 30 minuti e dopo 345 chilometri percorsi. La mente ci porta però anche alla tragica realtà, ovvero quella del decesso dell’uomo che ha dedicato la sua intera vita alla passione per il mondo dello sport.

Uno scontro con una macchina è risultato fatale, una Ford Fiesta bianca che lo ha colpito sulla strada provinciale – direzione Casalecchio – nel tratto ad una corsia per senso di marcia senza spartitraffico centrale. Si ipotizza che l’auto abbia invaso la corsia opposta di marcia, ma è ancora presto per dirlo con certezza. Il 73enne, ad ogni modo, è stato sbalzato sul parabrezza ed è poi caduto sull’asfalto. E’ stato soccorso successivamente dal 118 e condotto in elicottero all’Ospedale Maggiore in codice rosso. Ma non c’è stato niente da fare, con le ferite riportate dopo il sinistro che sono risultate decisive.

L’uomo, che gareggiava da anni in bici, è stato tre volte campione italiano di Duathlon. Nel 2010 era diventato campione del mondo della sua categoria, la Master 7. 4 le maglie tricolori nel duathlon – podismo e ciclismo – utilizzate dallo stesso, senza dimenticare il terzo posto nel mondiale sulla lunga distanza. Tanti i messaggi di affetto verso uno sportivo straordinario e indimenticabile.

Ennesimo decesso stradale: l’Italia si tinge di nero ancora una volta

Quanto accaduto a Loredano Comastri è sinceramente terribile e difficile da digerire, tantomeno da comprendere. Per capire a chi andranno adottate le responsabilità dell’ennesimo decesso stradale che ha colpito l’Italia nel 2023 è ancora presto, e non ci sembra neanche il caso di iniziare con le accuse sinceramente, ma è chiaro che qualcosa deve effettivamente cambiare. Gli utenti della strada, fra pedoni e ciclisti, a perdere la vita sono sempre troppi.

Loredano Comastri e non solo: troppi morti su bicicletta in strada (derapate.it – Canva)

E se è vero che ogni evento va contestualizzato, è altrettanto chiaro che è quanto più necessario non rimanere indifferenti dinanzi all’ennesima tragedia stradale. Per farvi capire che questa è una problematica di primaria rilevanza nazionale, ecco alcuni dati. Un report dell’ASAPS (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale) certifica il decesso di 127 persone (108 uomini e 17 donne) in un incidente stradale mentre erano alla guida di una bicicletta.

Questi dati sono stati registrati dall’inizio dell’anno al 27 agosto scorso. Nel 2022 furono 205 (ma per il 2023 bisognerà attendere l’aggiornamento dei dati di fine anno). Queste statistiche ci aiutano a capire meglio la portata drammatica del fenomeno. E a capire che di lavoro da fare per ridurla ce n’è ancora tantissimo.

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