Momenti drammatico per il motorsport, con la morte di un grande campione che ha gettato nello sconforto gli appassionati.
I piloti sono ormai considerati dagli appassionati come degli eroi dei tempi moderni, uomini che hanno dimostrato negli anni di poter superare ostacoli insormontabile e facendo sì che la velocità non fosse più un pericolo. Il Motomondiale in assoluto si è dimostrato la competizione maggiormente rischiosa.
Le motociclette infatti sono per natura molto più pericolose delle automobili, con i sistemi di sicurezza che si possono migliorare, ma non potranno mai essere pareggiati. Per fortuna si è fatto moltissimo negli ultimi anni a riguardo e lo si vede con i casi legati agli incidenti a Barcellona di Pecco Bagnaia e a Valencia di Sergio Garcia in Moto2.
Eventi che probabilmente in passato avrebbe anche potuto stroncare la vita dei due piloti, ma che con i sistemi attuali non hanno portato a gravi conseguenze. Questo ha fatto sì che i pionieri del mondo dei motori diventassero dei miti nell’immaginario collettivo, soprattutto in un’epoca in cui l’Italia si rialzava dal dramma della Seconda Guerra Mondiale.
C’era soprattutto una moto che era pronta a far sognare gli appassionati di tutto il mondo ed era la MV Agusta. Negli anni ’60 entrò nel mito grazie a quella leggenda straordinaria di Giacomo Agostini, ma la casa di Varese ebbe modo di farsi conoscere in tutto il mondo già in precedenza grazie a un sensazionale campione.
Addio a Cecil Sandford: il primo campione MV Agusta
La Gran Bretagna ha sempre regalato al mondo dei motori dei grandissimi campioni e nel 1928 in quel di Blockley nacque Cecil Sandford. Si trattava di un campione che iniziò la propria carriera nel 1950, ovvero nella seconda storica edizione del Motomondiale, correndo con la Velocette nella Classe 500 e con la AJS nella Classe 350.
Le moto di grossa cilindrata non furono però il suo vero pane, nonostante nella 350 ottenne un secondo posto nel 1951 in Svizzera con la Velocette, poi con la Moto Guzzi entrò nel mito con il terzo posto al Tourist Trophy. A renderlo leggendario furono però le class 125 e 250, con la prima che lo rese iconico anche in Italia.
Nel 1952 infatti prese parte alla 125 a bordo della MV Agusta, una moto che stava cercando di farsi conoscere e che con Sandford divenne vincente. Una stagione esaltante che lo portò a vincere ben 3 delle sei gare disputate, con altri due terzi posti che lo hanno portato così a trionfare davanti all’italiano della FB Mondial Carlo Ubbiali. A essere decisiva fu proprio l’ultima gara, con il bergamasco che fu costretto al ritiro, mentre Sandford chiuse al terzo posto, alle spalle di Mendogni in Moto Morini e Graham sempre in Mv Agusta.
Diede il bis mondiale nel 1957, anno in cui trionfò nella Classe 250 con la FB Mondial, dove in sei gare vinse due volte, ottenne un secondo posto, due terzi posti e un quarto piazzamento. Un campione che ha scritto dunque la storia del motociclismo mondiale e che purtroppo si è di recente spento all’età di 95 anni, con il Motomondiale che piange una delle sue leggende.