Sono molte le ricerche incentrate sul mondo della mobilità economica. Un domani forse, fare il pieno non sarà più una spesa così devastante. Vediamo una soluzione.
Qual è la spesa più gravosa da sostenere in automobile? Vi rispondiamo subito con una menzione onorevole, il pieno di benzina che negli ultimi anni, complici le vicende socio-politiche che hanno interessato Europa ed Asia è diventato praticamente un lusso, per molti. Gli automobilisti italiani si lamentano ma, a parte un momentaneo calmiere dei prezzi imposto prima dal Governo Draghi e poi dal Governo Meloni, non è che la situazione sia evoluta troppo, dallo scorso anno.
Il fatto è che i prezzi della benzina difficilmente calano: tra gli interessi di chi la vende e vuole guadagnarci, i problemi con i paesi esportatori che spesso affrontano instabilità interne o addirittura guerre come successe durante la Grande Crisi Petrolifera e altre questioni che non possiamo approfondire in poche righe, fare il pieno, specie alle auto che “bevono” molto rimane una vera impresa.
Questo ovviamente non è un problema di chi guida un’automobile elettrica o con GPL che fornisce una bella alternativa al classico carburante spesso più economica. Ma non è tutto perché da anni i ricercatori di tutto il mondo cercano alternative e tra chi ha provato ad usare il caffè o la birra come benzina e perfino chi ha tentato con gli escrementi abbiamo forse trovato una soluzione più “umana”.
Il pieno è solo un ricordo
Una ricerca della prestigiosa Università di Cambridge sta cercando di utilizzare uno dei meccanismi di trasformazione di energia più antichi del mondo come la fotosintesi clorofilliana, quella utilizzata dalle piante per nutrirsi in termini molto crudi, per produrre un sistema che possa alimentare le automobili alternativo alla benzina. Ovviamente è una ricerca in fase embrionale, ci sarà molto da fare ma alcuni risultati sono molto incoraggianti.
Secondo uno dei ricercatori che seguono il progetto, Motiar Rahaman, le possibili applicazioni del nuovo carburante sono grandiose: “La strada alla modernizzazione del modo in cui facciamo il pieno è aperta”. Gli scienziati hanno lavorato duramente per far si che l’effetto della fotosintesi si potesse replicare in un serbatoio di una automobile grazie a del fogliame artificiale, usato per gli esperimenti.
In realtà il bioetanolo come viene chiamato questo carburante non è una cosa nuova, ci sono già percentuali di questo materiale presenti in alcuni carburanti: la strada per l’utilizzo di un carburante generato solo da fogliame sintetico però che costerebbe molto meno della classica benzina è tutta da percorrere. Chissà che nel giro di pochi decenni non arrivino le prime automobili che si spostano proprio con questo metodo.