C’è chi ha creduto più di altri nel nuovo corso targato John Elkann e ha costruito un vero e proprio patrimonio sulla Ferrari.
Da quando Luca Cordero di Montezemolo ha lasciato la presidenza della casa modenese la Scuderia non si è più giocata un riconoscimento iridato sino all’ultimo atto di un campionato del mondo di F1. La crisi tecnica è iniziata nei primi anni dell’era ibrida dove neanche straordinari interpreti della categoria regina del Motorsport, come Alonso, Raikkonen e Vettel hanno potuto granché.
La Rossa era molto indietro su questa tecnologia ma ha dovuto investire con coraggio e determinazione nelle Power Unit ibride per avere delle ricadute importanti anche sul settore stradale. Gli ultimi prodotti nati dalle fabbriche di Maranello, infatti, hanno sfruttato a pieno il know-how acquisito nelle ultime 10 stagioni del circus. Nel WEC sono arrivate soddisfazioni importanti, con un ritorno vittorioso alla 24 Ore di Le Mans nell’anno del centenario, sebben il titolo del campionato mondiale endurance sia andato ai rivali di Toyota.
Nonostante le luci ed ombre nel Motorsport, la Rossa vola in termini di fatturati. Con un allargamento della gamma che ha fatto storcere il naso ai puristi sono già arrivati risultati di altissimo profilo. Il SUV Purosangue è, letteralmente, andato a ruba. Ben presto arriverà anche la prima vettura full electric del Cavallino che aprirà nuove frontiere. La casa fondata dal Drake è sempre stata un passo avanti e con l’attuale Presidente John Elkann, dopo gli anni sotto la guida di Marchionne, sono arrivati segnali più che positivi.
La Ferrari vuole evolversi nel segno della sua tradizione, senza dimenticare quello che sta accadendo nell’industria dell’Automotive. Chi si ferma e perduto e la dead line del 2035 non farà sconti a nessuno. Il mercato sarà full electric e saranno abolite le vendite dei motori termici, comprese le ibride. In questo complesso scenario c’è chi non ha avuto molti dubbi sulla Rossa ed ha fatto investimenti mirati, ritrovandosi a navigare nell’oro.
Può sembrare uno slogan, ma la casa modenese non ha mai tradito le aspettative degli appassionati e delle sue guide. Osservando l’ultimo riconoscimento iridato, targato Kimi Raikkonen nel 2007, qualche dubbio sarebbe anche potuto sorgere, ma c’è chi è rimasto fedele al Cavallino. Piero Ferrari e John Elkann, rispettivamente, vice presidente e numero 1 della Ferrari hanno creato un valore che oggi ammonta quasi all’intera capitalizzazione di Exor.
Balla 1 miliardo, ossia 19 invece di 20, ma la sostanza è che il titolo Ferrari, in rialzo dell’1,17%, ha toccato il massimo di 336 euro, con il risultato che la casa modenese capitalizza oggi la cifra record di 65 miliardi, più della stessa Stellantis, a quota 59 miliardi di euro. Considerate che qualche anno fa la quota del 22,9% nelle mani di Exor valeva appena 2 miliardi di euro. Dal 2016 ad oggi il valore è esploso, rappresentando una sfida vinta.
La società della famiglia Agnelli vanta il 23%, mentre il figlio di Enzo ha il 10%. Vi ricordiamo che la casa italiana si è trasferita, fiscalmente, in Olanda e permette ai soci di lungo periodo diritti di voto superiori rispetto alle partecipazioni. In sostanza per Exor i diritti di voto sono relativi al 34,5% e per Piero Ferrari viaggiano al 15,4%, come riporta il Sole 24 Ore. In tutto, dunque, fa il 49% del capitale votante, grazie ad una solidità di due partner che hanno sempre creduto nella crescita aziendale di uno dei brand, oggi, più solidi al mondo.
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