Praticamente da dieci anni la vita di Micheal Schumacher della sua famiglia è cambiata e ogni rivelazione su di lui scuote i tifosi
Sono passati quasi 10 anni ma la memoria è ancora viva. Michael Schumacher stava per festeggiare il suo 45esimo compleanno e aveva già in programma di andare al mare. Prima però era con la famiglia a Méribel e lì è cambiato tutto.
Da allora e da quella caduta la vita è diventata completamente diversa. In un momento è cambiato tutto, ma da allora è rimasto tutto uguale. Ci sono medici e infermieri che si occupano di lui, la famiglia che fa da filtro mentre tutto il resto del mondo è rimasto fuori.
Dopo il volo con l’elicottero verso l’ospedale di Grenoble, Schumacher passò diversi mesi in Francia prima di essere trasferito nella sua villa svizzera di Gland. Quella è diventata la sua vita, vicino ala lago di Zurigo. Da allora lì, così come l’altra villa che la famiglia possiede a Maiorca, è diventata la sua clinica personale e pochi al di là del personale sanitario, possono accedere.
Uno dei pochissimi che nel corso degli anni è stato ammesso nella villa di Michael Schumacher e gli fa visita con costanza è Jean Todt. Sono stati insieme per undici anni in Ferrari, dal 1996 al 2006, e lì hanno costruito un rapporto di amicizia inossidabile che non è finito quando si è interrotto il rapporto di lavoro.
Per scelta della famiglia, quella che è stata la sua vita nella Formula 1 è diventata un bellissimo ricordo ma con ci sono stati più punti di contatto. Così, a parte Todt, in casa di Schumi le visite sono rare, come quella di Luca Badoer. Da collaudatore della Ferrari ha costruito un rapporto profondissimo con il campione tedesco e nulla è cambiato nel tempo.
Tutti gli altri, compreso chi come Luca Cordero di Montezemolo, gli sono stati vicini in carriera hanno preferito per scelta e per volontà stare lontani. Ma questo non significa ignorare l’esistenza di Schumacher che aveva anche trovato un punto di continuità in suoi figlio Mick. Lui però almeno il prossimo anno sarà nel WEC, in attesa di riprovarci.
Chi invece ha gareggiato contro Schumi ha sempre un pensiero per lui. Come Mark Blundell, pilota britannico che tra il 1991 e il 1995 (quindi prima dell’era Ferrari) ha gareggiato più volte in Formula 1 al volante di Brabham, Ligier, Tyrrell e McLaren.
Lui fa parte di quelli che hanno accettati ma ancora non se ne fanno una ragione, come ha confessato al blog OLBG: “Quello che gli è successo è stato incredibilmente difficile da accettare. Spero che capisca cosa sta succedendo, ma è un vero peccato che ci siamo persi la sua intuizione e il suo genio”. Perché qui sta la differenza, secondo Blundell: Schumacher era grande anche fuori dalla pista, una testa superiore alle altre.
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