La tecnologia sta per rivoluzionare il settore automobilistico. Grazie al nuovo metodo si produrranno un miliardo di veicoli.
Una volta c’erano le stampanti 3D. Sembravano talmente innovative che alcuni le avevano già promosse a risolutori di molti problemi, ad esempio quello del prezzo delle case. Si pensava infatti che utilizzando questi strumenti capaci di replicare senza soluzione di continuità gli oggetti, anche gli immobili avrebbero potuto essere riprodotti a basso costo. Purtroppo la buona volontà non è bastata e ormai dell’argomento non si sente più parlare.
Ciò che invece sta facendo parlare è un’intuizione simile, ma applicata all’automotive, all’insegna del rispetto dell’ambiente e dell’interconnessione. Grazie al grande afflusso di dati, stanno nascendo nuove metodologie di fare impesa nell’ambito quattro ruote, dalle eCall, agli Smart Glasses per la manutenzione da remoto.
Tra le novità in questo senso figura la connettività delle flotte aziendali. Un modello proiettato verso la personalizzazione e l’esperienza di ogni specifico utente, che punta da qui al 2030 alla realizzazione di un miliardo di vetture tutte connesse tra loro. In questa maniera il costruttore avrà una mole immensa di informazioni su cui lavorare.
Va rimarcato tuttavia, che questo approccio non riguarda solamente le Case automobilistiche, ma pure le società di noleggio, così da accrescere l’interattività tra il conducente e il suo mezzo.
Guardando all’Italia questo sistema è già una realtà, basti pensare che nel solo 2022 le automobili a noleggio a lungo termine connesse tra loro sono state 910mila in più rispetto all’anno precedente. Questo è dovuto anche al fatto che la clientela è molto cambiata. Infatti attualmente sono molte le persone che sposano questa modalità rinunciando all’acquisto vero e proprio.
Aprendoci ad un discorso più globale, al momento sono più o meno 16 milioni le vetture connesse. I dati offerti dall’osservatorio Connected Car& Mobility del Politecnico di Milano, ci dicono che sono parecchie le persone che accettano di far installare ad esempio la scatola nera sul proprio veicolo e quindi di essere monitorati nella loro condotta di guida, in cambio di sconti per quanto riguarda l’assicurazione.
In crescita sotto questo punto di vista anche il settore della Human Machine Interface, display creati per dialogare con la propria macchina, che ambisce ad un +30% entro il 2025.
Ma torniamo al tema della telematica e della connettività. Oltre ad essere importante sotto il profilo della sicurezza e della manutenzione, aiuta le compagnie a fidelizzare i clienti, in quanto questi possono così disporre di servizi di mobilità creati ad hoc sulle proprie esigenze.
Non va dimenticato che la raccolta dati, analizzata poi dall’Intelligenza Artificiale è utili a diversi scopi pratici, come la stima delle percorrenze a seconda del traffico, piuttosto che a prevedere possibili interventi di assistenza.
Stando ad uno studio, la telematica farà schizzare in alto il valore della smart mobility, toccando gli 80 miliardi di dollari entro l’inizio del prossimo decennio. In tutto questo l’Europa pare un passo indietro nel confronto con la concorrenza, specialmente asiatica. Le stime confermano infatti un calo della produttività costate, tuttavia il recente piano di investimenti da 43 miliardi di euro dedicati ai conduttori e ai semiconduttori, dovrebbe riportarla in carreggiata.
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