Vi sono vetture sconosciute ai più che si sono ritagliate uno spazio importante nello scenario delle pepatissime utilitarie degli anni ‘80. Date una occhiata a questa piccola Ferrari.
In un panorama dove la casa modenese ha cominciato a realizzare SUV e progetti su auto 100% elettriche, non stona nemmeno più l’associazione ad auto di piccole dimensioni dotate di motori potentissimi. In Ferrari sono completamente cambiati i paradigmi, lanciando un nuovo filone che appare vincente, nonostante sia molto distante dai principi storici di Enzo Ferrari.
Il Drake ha sempre pensato alla massima esclusività, non tradendo il DNA sportiva del suo marchio. Il Cavallino si è dovuto evolvere, progettando vetture, concettualmente, per un mass market, nonostante i prezzi continuino a salire. La Sbarro GTB è stato un progetto assurdo, sia sul piano del design che sotto il profilo motoristico. I fan della Rossa hanno un posto nel cuore per la 308 GTS, nota per essere stata al centro della scena con il mitico Magnum, P.I..
Era una epoca diversa per l’industria dell’Automotive e la Ferrari in America spopolava anche grazie a serie TV divenute iconiche. A Modena decisero di togliere di mezzo la Dino GT4 per promuovere una vettura di grande impatto. Leonardo Fioravanti partì dalla 512 BB, creando insieme al designer Pininfarina un masterpiece. La versione GTB, ovvero Gran Turismo Berlinetta, della 308 fu presentata al Salone dell’automobile di Parigi del 1975.
Si trattava di un’auto futuristica, che ancora oggi lascia gli appassionati a bocca aperta. Il motore V8 da 3 L di cilindrata era a doppio albero a camme in testa, con quattro carburatori Weber 40DCNF. Potenza di oltre 250 CV e una accelerazione da 0 a 100 km/h in 6.5 secondi, e da 100 a 200 km/h in 17,8 secondi. Fu ribattezzata la “Magnum” e realizzata fino al 1985 quando fu poi sostituita dalla 328. Nel pieno degli anni ’80 fu elaborata una utilitaria sulla base del motore della mitica 308.
Ferrari, spazio alla creatività
Immaginatevi una city car con motore Ferrari in grado di raggiungere velocità folli sulle strade di tutti i giorni. Ai tempi si portavano molto le Hatchback. Un esempio su tutti era la regina dello sterrato Renault 5 a motore centrale, caratterizzata da due portiere e un ampio portellone posteriore. Le loro caratteristiche erano ideali nelle giungle urbane, ma anche nei tratti misti dei tratti montuosi.
L’idea di un’auto del Gruppo B con elementi della Ferrari portò alla luce la Sbarro Super Eight. Design squadrato, sound da paura e tubi di scarico allungati a quattro uscite. Da notare nel video del canale Number 27 anche prese d’aria in stile Testarossa. La Sbarro GTB era curatissima anche negli interni, puntando a ricreare le sensazioni di lusso di un’auto sportiva. Il contrasto tra l’abitacolo in vera pelle e la carrozzeria rossa è notevole.
Con 260 CV a disposizione l’auto era una scheggia e non presentava aiuti alla guida. In sostanza occorreva una maestria propria del racing più spinto. Il prezzo supera i 150mila euro. La Sbarro produsse anche la Super Twelve che equipaggiava due motori V6 di due Kawasaki. La creatività, in seguito, ha lasciato un segno anche con autentici capolavori della casa del Biscione.