Per tutti gli appassionati di berline sportive è arrivata la notizia peggiore: Maserati ha deciso di vendere, il futuro non sarà più lo stesso
C’è stata una Fiat anche prima dell’avvento di Sergio Marchionne. C’è stata una Maserati anche prima di diventare un polo della galassia torinese, poi FCA, e oggi di Stellantis. Ma adesso cambia tutto, perché la notizia è ufficiale e per gli appassionati rappresenta una mazzata.
Nel 2024 lo storico marchio bolognese festeggerà i suoi primi 110 anni di vita e saranno anche 31 dal passaggio definitivo alla Fiat. Nel 1975 era stata rilevata all’imprenditore argentino Alejandro De Tomaso, che 18 anni dopo cedette le sue azioni al Gruppo guidato dalla famiglia Agnelli, anche per rilanciare il marchio.
Una ripresa lenta, perché la concorrenza nel frattempo non era rimasta ferma e perché in casa c’era pur sempre Ferrari che arrivava prima di tutti. Ma anche costante, lo dicono i numeri che certificano come Maserati oggi sia tornata ai fasti di un tempo.
Lo testimonia in concreto il prossimo progetto, che dovrebbe essere presentato ad inizio 2024, la nuova Maserati Quattroporte Folgore. Oltre al lavoro estetico, che non guasta, sarà soprattutto la prima auto del marchio completamente elettrica. E diventerà anche il modello per rilanciare la storica fabbrica torinese di Mirafiori, essendo stata appena annunciata da Stellantis la produzione a Torino.
Una berlina di lusso basata sull’architettura STLA Medium, che sarà punto di partenza per tutti i futuri veicoli elettrici di Maserati. In realtà si tratterà della terza auto elettrica del marchio, ma la prima senza altre opzioni di combustione. Un segnale chiaro verso l’abbandono dell’energia a combustione entro il 2030.
Secondo le ultime indiscrezioni potrebbe condividere il suo propulsore da 1.000 CV con una variante Trofeo, quindi al top tra le berline elettriche di lusso. In più grazie alla motorizzazione elettrica dovrebbe avere un’autonomia garantita di almeno 500 km.
Questa è certamente la parte più interessante della produzione Maserati e delle novità che ci attendono da qui ai prossimi anni. C’è però una notizia drammatica che sta mandando in confusione gli appassionati e sconvolgendo il mondo dell’industria, a cominciare dai sindacati.
Torino e il suo circondario, come dimostrano la storia di designer e ingegneri quali Giugiaro, Pininfarina, Bertone, ancora oggi ha un potenziale enorme. Tra stabilimenti e indotto sarebbe in grado di produrre almeno 1,5 milioni di vetture all’anno e invece deve accontentarsi di meno di un terzo.
Questo perché, con lo spostamento della sede legale e operativa dell’ex FCA in Olanda e con una visione sempre più franco-centrica dopo la fusione con PSA e la nascita di Stellantis, l’Italia è diventata un accessorio. Tanti progetti che per ora sono rimasti lettera morta e lo dimostra l’ultima notizia ufficiale.
Il ‘Polo del lusso‘ voluto da Sergio Marchionne come ad Fiat una decina di anni fa, non esiste più. Così lo storico stabilimento di Grugliasco, alle porte di Torino, che da tempo era diventata una delle case di Maserati, sarà venduto. Lo abbiamo scoperto con un annuncio su un notissimo portale di compravendita immobiliare e non poteva in effetti passare inosservato.
Entro la fine dell’anno, tutti gli operai dovranno trovare un’altra collocazione, sempre che sia possibile. E l’area, da 115mila metri quadri più edifici annessi e altri due terreni edificabili dove una volta sorgeva la Bertone, sarà ceduta al miglior offerente.
Già, ma chi potrebbe essere? Il sogno è quello di convincere Elon Musk, che da tempo sta progettando una nuova gigafactory in Europa, a puntare sul Torinese anche per andare a sfidare Stellantis in casa sua.
Più concreta però è l’opzione DR Motors, la fabbrica molisana che ha solide base con capitali cinesi. Il suo proprietario Massimo Di Risio, ha antichi rapporti con Fiat e Lancia, già nel 2009 puntava sullo stabilimento di Grugliasco e oggi potrebbe rilanciarlo.
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