Diventare un pilota professionista non è di certo un’impresa semplice, ma esiste una categoria che sembra essere la più complicata di tutte.
Le categorie che permettono ai piloti di mettersi in evidenza per il proprio talento e il loro stile di guida sono davvero sterminate. Non mancano le competizioni a livello mondiale, figuriamoci quelle interne al Continente o ancora peggio alla nazione, con molti che possono coronare il proprio sogno.
Più si sale di categoria e più diventa molto difficile poter controllare le vetture, perché non è assolutamente che con un’automobile potente sia semplice vincere. Solo i campionissimi sono in grado di controllare una monoposto o un veicolo da corso che punta alla massima velocità, molto più semplice invece gestire le auto di bassa cilindrata e potenza.
Per questo motivo per molti le automobili più difficili da guidare sono proprio le monoposto di F1. In questo caso siamo di fronte al livello massimo dell’ingegneria automobilistica, con lo stile di queste quattro ruote che si è perfezionato nel tempo. Correre 300 km su di un circuito a certe velocità è massacrante, ma non è l’unico motorsport fisicamente estenuante.
Il WRC per molti è il motorsport più spettacolare di tutti, seppur indubbiamente quello meno televisivo, e che mette alla prova il vero talento dei piloti. Correre in strade dalle dimensioni ridotte, passando dallo sterrato all’asfaltato, dalla sabbia alla neve, sono imprese che solo pochi campionissimi riescono a compiere. A quanto pare però c’è un’altra categoria che è in grado di mettere ancora di più in crisi i piloti.
Il fascino della Nascar: ecco perché è così dura
Partiamo dal presupposto che il motorsport statunitense e quello europeo/mondiale hanno spesso delle logiche molto differenti. Nel Nord America la Nascar è la competizione che va per la maggiore, anche più della Indy Car, in quanto si cerca di portare delle macchine davvero molto difficili da guidare al massimo della velocità per il maggior tempo possibile.
A complicare e non poco la situazione attorno ai piloti Nascar vi è un calendario davvero estenuante, senza dubbio il più pesante di tutto il motorsport mondiale. Spesso ci si lamenta del fatto che le 24 gare in programma in F1 nel 2024 siano tante, ma la Nascar sottopone i piloti a ben 36 prove in una sola stagione, solo per quanto riguarda la “Cup Series”.
Le automobili possono surriscaldarsi facilmente tanto è vero che in certi casi, come riporta rookieroad.com, queste vetture toccano anche punte di 130° all’interno dell’abitacolo. Questo fa sì che per poter prendere parte a una gara Nascar, i piloti devono essere estremamente allenati, seguire una serie di allenamenti legati alla resistenza e seguire un regime dietetico molto rigido.
La Nascar presenta delle vetture da 1225 kg, peso ben superiore rispetto ai 798 kg della F1 e che hanno modo di sprigionare una potenza di 400 cavalli grazie a motori V8 da 5700 di cilindrata. Di recente la Nascar Cup Series ha potuto rendere omaggio a Ryan Blaney, il campione del mondo del 2023 con la Penske che ha vinto così dopo Joey Logano.