Ha fondato uno Scuderia senza essere un imprenditore o un magnate. La sua storia va assolutamente raccontata.
Finanziare una carriera automobilistica non è mai così semplice e c’è stato chi per farlo ha utilizzato dei metodi poco ortodossi. Una volta in pista, però, tutto ciò che è successo nel passato smarrisce, in preda all’adrenalina della corsa e alla voglia di conquistare un podio tanto agognato. Di certo, però, non è possibile fare come si vuole al di fuori del mondo agonistico e bisogna sottostare alle leggi anche se si è un talento di alto livello.
Era il 31 maggio del 1986 quando, sotto uno splendente sole primaverile, andava in scena una delle tante entusiasmanti corse sullo storico circuito di Indianapolis, negli States. In quell’occasione, pronti per gareggiare, c’erano i nomi più prestigiosi del palcoscenico automobilistico a stelle e strisce del tempo: Danny Sullivan, Rick Mears, Bobby Rahal, Al Unser Sr. e Jr. e Mario e Michael Andretti.
In tredicesima fila, invece, si apprestava a fare il suo debutto sul circuito più antico del mondo Randy Lanier, conosciuto in patria per il suo essere alquanto eccentrico. Eppure, pur avendo avuto un passato discutibile, nel tempo il pilota è riuscito anche a fondare una scuderia, solo che lo fece con metodi poco ortodossi diciamo.
La storia di Randy Lanier
Nel 1954 nacque a Lynchburg un personaggio alquanto particolare e che negli States è divenuto un noto pilota. Nel tempo, è riuscito a ricavarsi spazio fra i più grandi del settore automobilistico; quel settore che lo affascinò sin da piccolo, quando alla tenera età di 9 anni ascolta alla radio ciò che sta avvenendo alla 500 Miglia di Indianapolis. A 13 anni, poi, la famiglia si trasferì in Florida, dove Randy Lanier iniziò a fare uso di marijuana.
Erano gli anni ’60, quelli degli hippies che si riunivano a fumare tra di loro per poter raccontare la visione del mondo di ognuno di essi, pacifista e tendente alla solidarietà fra gli esseri umani. Il futuro pilota entrò proprio in quel mondo e si fece crescere anche i capelli, ma qualcosa andò storto a scuola. In effetti, venne beccato a fumare erba e fu sospeso, fatto che portò il padre a mandarlo a lavorare come operaio.
Vedendolo con i capelli lunghi i colleghi iniziarono a chiedergli da fumare e di lì oltreché fumarla, Lainer iniziò anche a fare altro con .. l’erba. Nel 1978, con i soldi guadagnati dall’attività illegale, riesce a comprare una vecchia Porsche 356 Speedster, immatricolata nel 1957, con la quale si iscrive al Campionato regionale della SCCA nel Sudest.
Nel 1980 si aggiudica il campionato, per poi iscriversi l’anno successivo ad una gara di Daytona e nel 1982 alla 24 Ore della Florida, nella classe GTP. In quell’occasione guidava una Ferrari 512 BB/LM della North American Racing Team e riuscì nell’intento di rimanere in terza posizione per diciotto ore, fino a poi provocare un incidente. Lo stesso anno partecipa alla 24 Ore di Le Mans, ma è nel 1984 che fonda una scuderia, la Blue Thunder Racing, con cui vinse per la prima volta alla 6 ore di Riverside.