Vi sono uomini straordinari, in grado di rialzarsi dopo ogni evento avverso. Alex Zanardi è un eroe dei nostri tempi, sempre più duri.
Quando vi sentite impotenti e sfortunati di come vi va la vita, ricordate che vi sono uomini che con problemi ben più grandi che hanno affrontato con orgoglio l’esistenza, riuscendo anche a lasciare un segno. Alex Zanardi è tra gli esempi più splendenti del panorama sportivo mondiale. Gli eventi tragici che hanno stravolto la sua vita hanno avuto un impatto forte sull’intero mondo.
La sua è una storia che ha radici profonde nella passione, prima di tutto quella dei motori. A differenza di molti piloti, il bolognese è nato in una famiglia umile. Suo padre Dino, idraulico, e sua madre, Anna lo hanno spinto a raggiungere i suoi sogni. La sua vita è stata piena di peripezie. La morte della sorella maggiore nel 1979 fu il primo duro colpo. Alex aveva solo 13 anni. Dopo aver concluso gli studi, il giovane aveva voglia di emergere e il talento sulle quattro ruote non gli mancava.
Sui kart, già a 14 anni, aveva dimostrato di possedere delle capacità velocistiche straordinarie. Dopo aver preso parte ad alcune sfide nazionali della categoria 100cc, il “Parigino”, in virtù della sua eleganza alla guida, proseguì in gare sempre più importanti. Suo padre era sempre al suo fianco, nelle vesti anche di meccanico.
Zanardi, una ascesa irrefrenabile
Non aveva un super kart come altri ragazzi, ma grazie al cuore riuscì ad emergere. Una nota casa produttrice di gomme lo attenzionò e i primi sponsor lo aiutarono a gareggiare nella categorie 100 Super. Finalmente ebbe la possibilità di compiere le prime trasferte internazionali. Nei primi anni ’80, Zanardi vinse molte gare, gareggiando come pilota non ufficiale per il team di Achille Parrilla.
A 19 anni Zanardi vinse il titolo italiano, conquistando un filotto di successi clamoroso. Due anni più tardi nelle sfide europee si ritrovò difronte un giovane fenomeno chiamato Michael Schumacher. I due si sfidarono e a quei tempi Alex era sullo stesso livello. In seguito debuttò a 22 anni nella F3 italiana, con una Dallara-Alfa Romeo del team di Coperchini, grazie al supporto del padre di Max Papis. F1, Imola e le sue tante tragedie: chi è morto su questa pista.
Alex si è sempre fatto volere bene da tutti nel corso del suo cammino. Prese parte alla Formula 3000, catturando l’interesse di Eddie Jordan. Quest’ultimo aveva lanciato in F1 Michael e fiutò l’affare anche con il bolognese. Nella categoria regina del Motorsport Zanardi non ha mai avuto un’auto all’altezza dei competitor, conquistando un solo punticino con la Lotus 107B nel GP Brasile. In seguito ha corso sulle Champ Car. Nel round europeo del Lausitzring il driver emiliano perse le gambe, ma fu salvato.
Le condizioni attuali di Alex Zanardi
Nonostante il grave problema il bolognese ha continuano a correre in altre categorie del Motorsport. In seguito è diventato un campione pluripremiato nei giochi Paraolimpici. Nel 2020, durante una staffetta di beneficenza in handbike, Alex, sulla Statale 146 a Pienza, in Toscana, perse il controllo del mezzo e si schiantò contro un camion.
L’impatto fu terribile. Si temette il peggio, considerato anche il corpo già martoriato. Sottoposto a un intervento neurochirurgico e maxillo-facciale al policlinico le Scotte di Siena, finì in coma farmacologico per un mese e, dopo altri 3 interventi, a fine luglio prima passò per un centro specializzato di Lecco per poi tornare in terapia intensiva all’Ospedale San Raffaele di Milano a causa di alcune complicazioni.
Il bolognese, ancora una volta, ha dimostrato di avere una resilienza straordinaria. Dopo il periodo in ospedale, è riuscito a proseguire le cure a casa sua, abbracciato dal calore della sua bella famiglia. Dopo uno sfortunato incendio domestico, nell’estate 2022, fu costretto ad un nuovo passaggio in ospedale. Lentamente sta continuando la sua risalita, dopo un ciclo di cure presso il centro iperbarico di Ravenna. La famiglia per ora ha chiesto il massimo riserbo sulle condizioni di salute del noto pilota. Lo scorso autunno è tornato a casa per il percorso di riabilitazione.