Ci sono dei cartelli stradali che nascondono delle insidie e se non compresi bene rischiano di costare parecchio caro. Cosa fare.
Quando si affrontano sempre gli stessi percorsi in macchina, la soglia di attenzione cala e magari non ci si rende conto dei cartelli stradali che si incontrano. Alcuni poi, si vedono raramente, e non può capitare di non riconoscerne immediatamente il significato.
Uno in particolare, però, non dovrebbe mai sfuggire, anche perché può portare ad una doppia beffa se ignorato. In questo approfondimento vi spiegheremo in motivo e come fare a non incappare in sanzioni di ogni sorta.
Mettiamo che tornando al luogo dove abbiamo parcheggiato non troviamo più il nostro veicolo. Come facciamo a capire se è stato preda dei ladri, oppure siamo stati noi a compiere un errore fermandoci in un’area non consentita? La prima cosa da fare è controllare la presenza di cartelli sul marciapiede che segnalino la pulizia delle strade o quello solitamente facilmente rintracciabile del divieto di sosta.
Se ci si rende conto di aver sbagliato e dunque la vettura è stata portata via dalle forze dell’ordine, per tornarne in possesso bisogna mettersi in contatto la polizia locale e fornire tutti i dettagli, come il tipo di auto, la targa e la sua collocazione. Una volta accertata l’effettiva rimozione, al proprietario spetteranno tutte le spese riguardanti il trasporto e la custodia.
Solitamente questo tipo di infrazione non può essere contestata, a meno che non si sia dipendenti del parcheggio o responsabili della raccolto dei rifiuti urbani.
Ma quando un mezzo di trasporto può essere rimosso forzatamente? Non solo nel suddetto caso, ma, come dice l’articolo 159 del Codice della Strada, pure se costituisce un grave intralcio alla circolazione o un pericolo. Può succedere altresì nelle strade urbane ad un solo senso di marcia, se questo è posteggiato sulla sinistra senza lasciare spazio di transito o una larghezza inferiore ai tre metri.
In generale quando si sa di dover stare via a lungo, bisogna curarsi di non abbandonare l’automobile tra gli altri luoghi, in prossimità di dossi o curve, nelle gallerie, sotto i portici, sui marciapiedi o le piste ciclabili, sui passi carrabili, nei punti dedicati agli EV e a quelli di fermata di tram, autobus e scuolabus, sulle strisce pedonali, davanti ai cassonetti dell’immondizia e in doppia fila.
Le autorità possono decidere per la rimozione, anche qualora dovessero ritenere che il veicolo sia stato abbandonato, pensiamo solo ad una macchina rubata per un furto e in seguito lasciata per darsi alla fuga.
Sono invece trasparenti a questo trattamento tutti i mezzi di assistenza (medica e vigili del fuoco) e della polizia, così come quelli adibiti al trasporto invalidi.
La prassi vuole che la macchina venga rimossa da un carro attrezzi e portato in un deposito. Qualora si sopraggiungesse proprio nel mentre delle operazioni, sarà sufficiente pagare la multa per la restituzione. E’ importante che l’operatore fornisca una ricevuta.
Per il ritiro direttamente al deposito comunale è necessario ricordarsi di portare con sé il libretto di circolazione, l’assicurazione e un documento d’identità valido. Se dalla rimozione sono trascorsi più di 180 giorni il veicolo potrà essere messo all’asta o demolito.
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