La Ferrari è il sogno di qualsiasi pilota di Formula 1. Vincere a bordo della Rossa ha un altro significato e a dirlo è un grande ex.
Tutti piloti, almeno una volta, hanno avuto il desiderio di poter arrivare a Maranello con l’obiettivo di diventare campioni del mondo. L’idea di correre sull’auto del Cavallino non è mai mancata a nessuno.
Campioni come Ayrton Senna e Lewis Hamilton pur legando il proprio nome ad altri marchi hanno avuto in mente la Rossa. Il brasiliano, prima di firmare per la Williams, andò molto vicino a concludere l’affare con i vertici del Cavallino. Lewis, invece, ha confessato di recente di essersi immaginato vestito di rosso, ma l’affare, al di là dei rumor, non si è mai concretizzato anche a causa delle scarse performance delle Ferrari rispetto alle Mercedes.
Chi, invece, ha provato a riscrivere la storia del Cavallino è stato Fernando Alonso. Dopo il quinquennio aureo targato Michael Schumacher, l’ultimo pilota a festeggiare un campionato del mondo era stato Kimi Raikkonen nel 2007. L’arrivo di Fernando Alonso sembrò quasi un passaggio di consegne. Colui che aveva detronizzato il Kaiser nel 2010 e nel 2012 andò vicinissimo alla conquista del riconoscimento iridato. Si ritrovò difronte una Red Bull Racing stellare, guidata in modo magistrale da Sebastian Vettel.
L’annuncio di Fernando Alonso sulla Ferrari
Il pilota ha raccolto molto meno di quanto avrebbe potuto ottenere. Dopo il doppio titolo in giovane età al volante della Renault, l’asturiano sembrava proiettato a battere qualsiasi record della categoria regina del Motorsport. Sfiorò il mondiale nel 2007 in McLaren ma i contrasti interni con Lewis Hamilton spalancarono le porte alla vittoria di Ice-man. I ritorni in Renault non gli hanno garantito troppe soddisfazione, ma dopo tutto il pilota non cambierebbe nulla della sua carriera.
Montezemolo volle fortemente il fenomeno di Oviedo. “Sono arrivato in Ferrari, e dubito che un pilota possa rifiutare mai un’offerta della Ferrari. E abbiamo lottato per tre campionati in cinque anni“, ha annunciato nella press conference del GP di Ungheria il #14, oggi in forza all’Aston Martin. Alonso non è nemmeno stato baciato dalla fortuna. Per qualche manciata di punti in più si ritroverebbe a quota 5 mondiali e le esperienze successive, con il binomio McLaren-Honda, si sono rivelate fallimentari.
Il progetto della casa nipponica ha funzionato alla grande in collaborazione con la Red Bull Racing, ma a detta di Alonso sono cose che possono accadere nel Motorsport. La scelta di puntare sull’Aston Martin si è rivelata una delle decisioni più indovinate in assoluto. Ha già conquistato 6 podi in 10 gare, dimostrando di poter ancora competere nonostante gli imminenti 42 anni. La terza posizione in classifica piloti è un chiaro segnale che con l’auto giusta si può ancora fare la differenza.
Il vincitore, inoltre, della 24 Ore di Le Mans, del riconoscimento nel WEC, di Daytona e due volte partecipante alla 500 Miglia di Indianapolis e una volta alla Dakar non ha nessuna intenzione di appendere il casco al chiodo e ha spiegato ai giovani cosa significa correre per la Scuderia Ferrari. Al di là di come è finita, va riconosciuto ad Alonso di essere stato l’ultimo pilota che è andato, realmente, ad un passo dal mondiale.