Benzina e carburanti in generale sempre più cari. Ora si sta finalmente facendo luce sulle motivazioni dietro questi rincari.
Oramai è passato più di un anno da quando c’è stato il primo vertiginoso aumento del prezzo dei carburanti che ha spaventato milioni di automobilisti e di aziende di trasporto. La questione del rincaro dei carburanti è rimasta fino ad ora un problema soggetto a oscillazioni: tra rincari molto salati e un calo improvviso, da marzo 2022 la questione sembra irrisolvibile.
Il Governo si è anche posto il problema di comprendere a chi fosse da addebitare la colpa di questa oscillazione dei prezzi di benzina e gasolio, ma un vero responsabile non è mai stato trovato. Oggi invece, c’è finalmente qualcuno che ha fatto chiarezza sulla questione. Ecco perché la benzina è così cara.
Le indagini dell’Antitrust
In seguito a vertiginosi rincari e proteste da parte di civili e lavoratori, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ovvero l’Antitrust, ha iniziato le indagini per comprendere da dove si fosse generato il problema e chi è colpevole di questa situazione all’apparenza insolubile.
Secondo ciò che è emerso dalle indagini, l’Antitrust ha completamente smentito le illazioni del Governo centrale, che aveva ricondotto la colpa di questo rincaro dei carburanti ad alcune speculazioni fatte dai benzinai stessi, ovvero dai gestori di pompe di benzina, per guadagnare di più sul singolo rifornimento e contrastare in questo modo l’aumento del costo delle materie prime. Secondo le indagini, quindi, non ci sarebbe stata nessuna speculazione, ma il motivo del rincaro è rintracciabile in un altro problema di fondo.
Di chi è la colpa?
Secondo l’Antitrust, le conseguenze dell’aumento dei prezzi dei carburanti non possono essere ricondotte a un unico colpevole, ma, secondo quanto appreso in seguito alle indagini, le cause scatenanti sarebbero molte e di vario genere. “Le tensioni di prezzo registrate dal 2022 in avanti sono da ricondursi in via preminente a eventi eccezionali di tipo internazionale“, ciò vuol dire che non solo l’Italia ha subito un aumento del genere, ma l’intera Europa. Ecco quindi che emerge il grande colpevole di tutto, la causa prima scatenante: la guerra in Ucraina.
Ci sono poi anche altre evidenze che hanno contribuito agli aumenti e che tutt’oggi si rendono responsabili dell’oscillazione nei prezzi: in primis, l’Antitrust nota che il prezzo dei carburanti è stato modificato e reso instabile anche dagli “interventi regolatori eccezionali”, come la riduzione delle accise. In più, la difficoltà nel trasporto di queste merci, ovvero la difficoltà nel trasporto in autostrada, ha reso più complesso per i benzinai rifornirsi.
L’Antitrust poi lamenta anche una mancanza di trasparenza sui prezzi osservabili tra le varie pompe di benzina, chiedendo quindi al Governo di migliorare anche quest’aspetto molto utile per i consumatori.