Le prestazioni di Sergio Perez al momento sono molto deludenti, con il messicano che ora è preoccupato per il suo futuro in Red Bull.
Tante volte si pensa che sia solo la macchina a far vincere un pilota, dimenticandosi come la componente umana sia ancora oggi molto importante. Non ce ne voglia Checo Perez, ottima guida che negli anni ha dimostrato di essere maturato e migliorato, ma Max Verstappen è un’altra cosa.
L’andamento delle due monoposto è veramente incredibile, soprattutto tenendo in considerazione le qualifiche. Il centroamericano infatti non riesce a entrare in Q3 da ben cinque Gran Premi consecutivi.
A preoccupare ancora di più la Red Bull che a Silverstone è arrivato anche il terzo mancato approdo in Q2, con Perez che è alle corde. Il ragazzo sa di essere sotto l’occhio del ciclone, con Helmut Marko che non è mai stato troppo tenero con chi non eleva a dovere il nome della Scuderia.
Avere come compagno di squadra Max Verstappen inoltre non aiuta in questi casi. Perez sa bene che l’olandese è un cannibale che non ha intenzione di lasciare nemmeno le briciole ai rivali o a lui.
Le affermazioni di Super Max nelle quali diceva che avrebbe vinto anche da solo il Mondiale costruttori sono una pugnalata nella schiena di Perez. Il messicano dovrebbe però chiudere la stagione, sia perché Ricciardo è passato in Alpha Tauri al posto di De Vries che perché Marko ha affermato che di fatto Sergio al momento è il “meno peggio”. C’è però un dato che non può di certo far dormire sonno tranquilli il messicano.
Quanti addi a metà anno in casa Red Bull: Perez trema
De Vries non è nient’altro che il sesto pilota diverso che è stato licenziato nel bel mezzo della stagione dalla Red Bull, visto che i suoi risultati non erano all’altezza delle prestazioni della monoposto. Prima di lui vi erano stati i casi con Vitantonio Liuzzi, Christian Klein e Scott Speed, tutti questi tra il 2005 e il 2007.
Si rideva al tempo di questa frenesia della Red Bull, con l’esonero che è una pratica calcistica, di certo poco frequente in F1 e sembrava dunque dover essere una semplice comparsa la sua presenza nella storia della F1.
Il problema è che anche quando ha iniziato a vincere la Scuderia ha continuato a cacciare i piloti per scarso rendimento. Nel 2009 Vettel divenne vicecampione del mondo e intanto Sebastien Bourdais non finiva la stagione.
Un caso eclatante ha riguardato anche Max Verstappen, con il fenomeno olandese che iniziò il suo secondo anno in F1 ancora in Toro Rosso. Accanto a Ricciardo vi era il russo Kvijat in Red Bull, ma venne cacciato dopo poche gare e al debutto con la Scuderia principe arrivò subito il successo a Barcellona per Super Max.
Licenziarono il russo solo nel 2017 e ora è toccato a De Vries subire la stessa sorte. A questo elenco va aggiunto anche Pierre Gasly nel 2019, dove lo retrocedettero in Toro Rosso, mentre Albon passò in Red Bull per la seconda metà di stagione. Perez dunque deve stare attento, perché in Austria non si scherza.