La famiglia della Vespa si arricchisce di un nuovo modello. Le premesse sono ottime, specialmente per quanto riguarda la prestazione.
Un mix tra forme classiche e moderne è ciò che caratterizza la nuova Vespa GTV. Presentata all’EICMA dello scorso anno la motocicletta italiana cerca di non allontanarsi troppo dalle sue origini, pur strizzando l’occhio alle esigenze di oggi specialmente sul fronte tecnologia.
Il propulsore è il solito monocilindrico quattro valvole da 300 hpe e 23,8 cv, con raffreddamento a liquido e ad iniezione elettronica. Lo stesso utilizzato sulla GTS.
Dal punto di vista dell’estetica il faro basso anteriore è rigorosamente Full LED, mentre il cupolino ridotto nei volumi ricorda quello delle moto da corsa. Un tocco di stile è dato da total black spezzato dalle tre feritoie arancioni, colore che graffia altre sezioni, come lo scudo. Innovativo il design dei cerchi a cinque razze, anche queste in nero opaco, con inserti arancio sul canale. Pure la seduta, monoposto, è bicolore e l’area posteriore presenta una cover rigida che riprende la tinta della carrozzeria.
Come detto l’iconico motociclo è stato modernizzato nelle dotazioni. Globalmente anche qui sono stati replicati gli aggiornamenti già applicati sulla GTS. Presenti dunque uno schermo LCD con tutta la strumentazione e su richiesta la connessione Vespa Mia fornita luci Full-LED e sistema keyless, che consente di accendere il veicolo da remoto, inserire il bloccasterzo, aprire la sella e altre funzioni.
Relativamente alla sicurezza, sono stati inseriti l’ASR, ossia il controllo di trazione elettronico, oltre che l’ABS, il sistema antibloccaggio in frenata. Per chi fosse interessato il mezzo è già a disposizione nei concessionari del Gruppo Piaggio. Le livree disponibili sono oltre al nero, il beige, e il costo è 7749 euro.
Come detto la Vespa GTV prende ispirazione dal GTS, scooter prodotto negli stabilimenti di Pontedera dal 2005, ma le origini sono molto più antiche. Addirittura si va indietro al 1946, quando l’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio ebbe un’intuizione che si rivelerà vincente.
Simbolo del made in Italy la Vespa diventò presto un mezzo di trasporto e al contempo un pezzo d’arte, tanto da essere esposta nei musei di design, arte, scienza e tecnica.
Tutto partì dalla volontà di Enrico Piaggio di realizzare un prodotto innovativo e per questo si affidò ad un esperto progettista, che aveva una profonda antipatia per le due ruote. Il tecnico abruzzese che evidentemente preferiva lavorare sui velivoli, non sopportava l’idea di scavalcare la moto per accomodarsi sulla sella e per questo ne creò una senza tunnel centrale e struttura tubolare in acciaio, ma con la scocca portante.
Spostò il cambio sul manubrio e coprì il propulsore con lo chassis per evitare che le perdite d’olio sporcassero i pantaloni di chi lo utilizzava. Con l’ausilio del disegnato Mario D’Este il piano trovò concretezza e nel fresco Dopo Guerra nacque uno dei motorini più amati delle Stivale e all’estero.
Proprio per questa sua popolarità diventò il tramite per grande imprese, come l’attraversamento del Canale della Manica con una versione anfibia, piuttosto che quello delle Ande ad opera dell’argento Carlos Velez, o il viaggio verso il Circolo Polare Articolo dello studente Giancarlo Tironi.
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