MotoGP e F1 si somigliano sempre più. Dopo i successi ottenuti dalla categoria regina del Motorsport, i vertici del Motomondiale tenderanno a replicare la strategia di Liberty Media.
La F1 ha intrapreso una nuova direzione con il passaggio della proprietà nelle mani degli americani. Bernie Ecclestone è sempre stato legato alle tradizioni, con una giusta apertura verso economie emergenti, ma con una certa cultura motoristica. Mr. B ha tentato più volte di “esportare” dall’Europa il prodotto F1 in America, ma con scarsi risultati.
Gli americani, del resto, sono molto più eccitati dall’idea di assistere alle battaglie dei driver negli ovali. Nella categoria regina del Motorsport mancano le sportellate e, soprattutto, le competizioni accese. Dal 2014 ad oggi è stato un monologo Mercedes, interrotto nel 2021 dal titolo di Max Verstappen e dal mondiale costruttori nella stagione successiva. Piano piano la squadra austriaca è riuscita a prendere il posto della dominatrice anglo-tedesca.
La F1 attuale, forse, è una delle meno spettacolari di sempre, ma è anche più vendibile di prima. TV Show come Drive To Survive su Netflix hanno permesso ad una nuova generazione di conoscere gli attuali driver del circus. In questo modo la fama dei protagonisti è esplosa, supportata dal nuovo format delle Sprint Race. Nel 2021 si sono svolte solo tre gare brevi, ma poi il numero è passato a sei e solo il tempo ci dirà quali e quanti cambiamenti subirà la categoria regina del Motorsport.
I vertici della MotoGP hanno visto la crescita esponenziale di pubblico, a casa e sulle tribune, e hanno deciso di replicare il format delle Sprint Race. A differenza della F1 nella classe regina le gare brevi sono state introdotte ad ogni weekend, dando una nuova immagine alla categoria. Da una parte il pathos del GP viene “a sporcarsi”, ma sul piano dello spettacolo è, certamente, un passo in avanti.
I vertici della top class vogliono raggiungere un pubblico più vasto. Il ritiro di grandi campioni come Jorge Lorenzo e Valentino Rossi, unito all’impegno part time di Marquez, hanno indotto una fetta di pubblico ad abbandonare la visione continuativa della MotoGP. Quest’ultima è tornata ad essere una categoria di nicchia, ma grazie all’impegno di uomini come Dan Rossomondo, ex specialista della NBA e nuovo direttore commerciale della MotoGP, il futuro potrebbe essere diverso.
In una intervista avuta con MARCA, l’americano ha spiegato che il primo step sarà avvicinare la MotoGP alla gente. Il secondo step è accorciare i tempi di gara o ridurre al minimo le prove, per non avere “momenti morti”. In terzo luogo si punterà, proprio come in F1, ad avere più tracciati negli Stati Uniti. “Abbiamo una corsa lì, ma ne vogliamo di più. Necessitiamo di più circuiti e stiamo parlando con le persone per costruirne di più“.
A tal proposito la MotoGP sta pensando a città come Los Angeles, New York o Chicago, amplificate da un bacino di persone molto elevato. Del resto il trionfo di pubblico a Miami per la F1 rappresenta già un forte segnale per il Motorsport. La MotoGP deve tornare ad essere “cool”, ma dubitiamo che ciò avverrà, necessariamente, americanizzando il prodotto.
DR Automobiles Groupe sta ottenendo un successo notevole al giorno d'oggi, ed ora scopriremo chi…
Seguendo il diktat del Governo il sistema dei pedaggi è destinato a cambiare a tal…
Il gruppo Stellantis non vuole mettere da parte i motori termici e svela al mondo…
La Honda non è ancora al vertice del settore elettrico, ma ora è pronta a…
Shakira fa sognare ancora una volta i suoi fan e lo fa regalando una Lamborghini…
Nel corso della sua vita Gianni Agnelli ha avuto la possibilità di guidare le auto…