Archiviato il weekend della F1 in Canada, il consulente della Red Bull Marko si lascia scappare un commento sulla Rossa che sa di disdetta.
A Montreal la Red Bull ha fatto ancora centro. E pensare che il weekend era cominciato in sordina, con Max Verstappen lontano dalle primissime posizioni. Ed invece, proprio al momento giusto l’olandese ha saputo graffiare andandosi a prendere la pole position sabato pomeriggio e il successo in gara alla domenica.
Un prestazione di prim’ordine la sua, che rappresenta alla perfezione il suo stato di grazia. Non sorprende quindi che nella classifica generale piloti abbia un vantaggio da brividi sul secondo, che tra l’altro è il suo compagno di squadra Perez, con 195 punti contro i 126 del messicano.
Dal Bahrain al Canada il Mondiale di F1 non ha offerto quindi grosse variazioni sul tema. Salvo due incursioni in prima posizione proprio di Sergio in Arabia Saudita e in Azerbaijan, abbiamo praticamente vissuto un monologo, forse addirittura più scontato del dominio di epoca Mercedes.
Eppure, con una buona dose di malizia, qualcuno ha messo in dubbio la supremazia energetica in quel del Gilles Villeneuve.
Marko svela un dettaglio importante sulla Ferrari
A sorpresa il talent scout del team con base a Milton Keynes Helmut Marko ha tirato in ballo il Cavallino. A suo avviso se Carlos Sainz non fosse scattato dall’undicesima piazza a seguito della penalità ricevuta per aver ostacolato Lando Norris nel suo giro veloce in qualifica, e Charles Leclerc non avesse sbagliato strategia nella caccia alla pole position, il GP avrebbe raccontato una storia diversa e decisamente più a favore degli italiani.
“Grazie a Dio sono partite indietro le Rosse perché erano piuttosto veloci con entrambe le mescole“, ha commentato a Servus TV. Con il senno di poi è facile lasciarsi andare a certe considerazione, specialmente se si è ottenuto il massimo. Quello che è certo è che il duo di Maranello si è fermato proprio a ridosso del podio.
Che sia stata una chance mancata per l’equipe modenese non lo possiamo sapere, tuttavia questo piccolo cenno di ripresa dopo un avvio di annata abbastanza complesso potrebbe essere stato l’input per il salto avanti atteso da tutti. La sensazione è che però in scuderia si brancoli ancora un po’ nel buio. Al di là dell’aspetto tecnico, con aggiornamenti limitati e diradati, il coordinamento tra box e corridori pare ancora abbastanza latitare.
Di conseguenza, il prossimo round previsto in Austria per il primo fine settimana di luglio potrebbe rivelarsi il banco di prova decisivo.
Per quanto riguarda gli austriaci, nell’evento canadese hanno festeggiato i 100 successi dalla fondazione della squadra nel 2005. Un traguardo importante destinato ad espandersi. L’unico dubbio riguarda invece Checo, sesto alla bandiera a scacchi e ormai da qualche gran premio incolore e non incisivo.
Dopo un inizio scoppiettante in cui aveva dato l’impressione di poter davvero competere alla pari con Mad Max, reclamando altresì un trattamento di favore dato che nel 2022 si era messo al servizio del driver di Hasselt, il 33enne magicamente è scomparso nei meandri di non ben chiare criticità che sempre più spesso lo stanno bloccando.