Le vetture alla spina stanno creando dei dibattiti infiniti, anche tra i personaggi della politica italiana. Sul tema si è esposto anche Matteo Salvini.
Le auto elettriche si stanno diffondendo, a macchia d’olio, nella maggior parte degli angoli della terra. Le vetture alla spina sembrano destinate ad entrare nella realtà quotidiana anche degli italiani, nonostante si tratti di un esborso economico clamorosamente alto. Solo una nicchia di pionieri ecologisti potranno permettersi l’acquisto di una affidabile, lussuosa e potente vettura elettrica.
Persino le utilitarie che nascondono una batteria agli ioni di litio sotto la carrozzeria sono proibitive per la massa. Per di più chi possiede una importante somma di denaro da investire, in questo mercato condizionato da tanti fattori di difficile comprensione, potrebbe essere frenato dall’eccessiva tecnologia e dalla limitata presenza di infrastrutture all’altezza della domanda.
Se da domani mattina, infatti, tutti iniziassero a viaggiare su vettura elettriche sarebbe il caos totale. Almeno alle nostre latitudini non vi sono colonnine adeguate per soddisfare le esigenze.
C’è poi da considerare un elemento legato alla mentalità che in Italia continua ad essere impostata su auto termiche con potenti motori che combinano piacere di guida ad un sound sinfonico. Per di più la crisi economica ha stravolto il nostro Paese, falcidiato dal post pandemia e gli effetti della guerra in Ucraina.
Di conseguenza tra qualche anno il costo dell’energia potrebbe essere molto più elevato rispetto a quello attuale, rendendo già poco conveniente l’operazione ricarica. Prima di investire importanti somme di denaro va valutato anche il problema legato alla sostituzione e allo smaltimento delle batterie delle EV. Nonostante gli ecobonus il mercato continua ad essere piatto e se già le vetture tradizionali fanno fatica ad essere vendute immaginatevi le costosissime elettriche.
L’intervento di Matteo Salvini sulle auto elettriche
In uno scenario sempre più intricato per le dinamiche del nostro Paese, da alcune analisi, è emerso che ricaricare una vettura in Italia costerebbe già una cifra consistente, essendo già il quarto Paese più caro a livello europeo. Sul piano della crescita dei numeri di vendita il dato riflette l’emorragia generale del settore Automotive.
A livello europeo, però, le decisioni sembrano essere già state prese e la dead line del 2035 lascia perplessi i più. Tra 12 anni, infatti, non saranno più prodotte vetture termiche, comprese quelle ibride.
Chi sta prendendo queste decisioni non tiene conto della realtà economica di Paesi come l’Italia, la Grecia (pronta ad una rivoluzione), la Spagna etc. C’è anche una Europa del Sud che non può essere paragonata a quella del Nord. L’esponente di destra Matteo Salvini ha, apertamente, puntato il dito contro i provvedimenti imposti dalla commissione europea.
Come riportato da Ansa, in un intervento all’Assemblea annuale dell’Ance, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, Salvini ha dichiarato che per raggiungere gli obiettivi di neutralità tecnologica ed energetica non si dovrebbe guardare solo all’elettrico. “C’è anche l’idrogeno, ci sono le biomasse, ci sono i biocarburanti. Affermare che dal 2035 si acquisteranno solo vetture elettriche è frutto di ignoranza o è frutto di arroganza, o è frutto di pagamento conto terzi”, ha tuonato Salvini, convinto che le altre tecnologie faranno la differenza.