La morte di Silvio Berlusconi ha segnato il nostro paese, ed oggi ripercorreremo un evento assurdo. Ecco cosa propose il Cavaliere.
L’Italia è ancora sconvolta dalla notizia della morte di Silvio Berlusconi, che si è spento attorno alle 09:30 del mattino di lunedì 12 giugno 2023. Si tratta di una data che rimarrà per sempre impressa nella memoria degli italiani, e ciò è valido sia per chi lo sosteneva, sia per chi non era mai stato un suo fan.
Berlusconi, come vedremo in seguito, è stato un personaggio impegnato in tantissimi ambiti differenti, e che comunque ha segnato un’epoca. Il quartiere Milano 2, Fininvest, Mediaset, il grande Milan che ha portato più volte sul tetto d’Europa, tutto questo è stato l’ex Presidente del Consiglio.
All’età di 86 anni, compiuti il 29 settembre scorso, il Cavaliere se n’è andato, lasciando un vuoto immenso in tutti coloro che lo stimavano e che lo avevano sempre votato ed appoggiato. Nelle prossime righe, andremo a ripercorrere un aneddoto che lo lega al mondo delle quattro ruote ed a due riferimenti, in tale ambito, del nostro paese.
Berlusconi, quell’assurda proposta che fece alla Fiat
Comunque la si pensi, Silvio Berlusconi ha segnato gli ultimi 40 anni della politica, dell’imprenditoria ed anche dello sport italiano, perché non va dimenticato il suo grande amore per il calcio e per il Milan, risultando il presidente più vincente di questo sport dopo il Real Madrid di Santiago Bernabeu.
Il Cavaliere, tanti anni fa, capì che la Fiat stava entrando in un periodo di grossa crisi, molto prima rispetto al salvataggio operato da Sergio Marchionne. La casa di Torino è sempre stata un pilastro dell’industria italiana, ed il suo fallimento sarebbe stata una catastrofe per il nostro paese.
Berlusconi, all’epoca, affermò che il management non era prettamente all’altezza, ma che con gli uomini giusti, avrebbe potuto superare la fase critica. A quel punto, l’ex Presidente del Consiglio ebbe l’idea di far lavorare la Fiat a stretto contatto con gli uomini del Centro Stile Ferrari, in quel periodo già di proprietà della casa di Torino.
L’obiettivo era quello di promuovere il marchio Fiat aggiungendo il nome Ferrari nei modelli da vendere fuori dall’Italia, cosa che, ovviamente, non andò mai in porto. Sarebbe stato infatti come svendere un marchio prestigioso come quello del Cavallino, che nel corso della sua storia, ha prodotto sempre e solo supercar, senza mai discostarsi dal proprio DNA, anche se, pur per motivi diversi, qualcosa sta recentemente cambiando.
Tuttavia, riguardo alla crisi della Fiat, il Cavaliere ci aveva visto lungo, visto che dagli anni Novanta sino alla prima metà degli anni Duemila, le vendite crollarono ed iniziò una lunga serie di problemi e licenziamenti, portando l’azienda di proprietà della famiglia Agnelli sull’orlo del fallimento.
Come detto in precedenza, ci volle l’estro e la capacità di gestire una situazione simile da parte di Marchionne, che riportò la Fiat ad alti livelli, anche se tutto ciò costò tantissimi posti di lavoro. Oggi, quella collaborazione tra Fiat e Ferrari resta solo una suggestione, che per fortuna, non si è mai concretizzata.