Morale a palla in Ferrari nonostante i risultati stentino ad arrivare. L’ultima confessione di Sainz chiarisce come stanno le cose.
Dopo sette GP la classifica generale della F1 dice che la Ferrari è la quarta forza in campo con 100 punti contro i 287 della Red Bull. Un divario mostruoso, ma soprattutto preoccupante in quanto, a differenza della Mercedes, che nell’arco di pochi appuntamenti è stata in grado di recuperare terreno sulla sorpresa Aston Martin, riuscendo addirittura a superarla, lei continua a brancolare nel buio.
E non solo non sa che pesci pigliare, fa perfino finta che non sia così. Seppur dall’inizio del campionato abbia raccolto un solo podio con Leclerc in quel di Baku, secondo la dirigenza la situazione non sarebbe neppure tanto traumatica. Pur riconoscendo l’importante gap dalla Stella, oggi prima inseguitrice degli austriaci, sia sul giro secco, sia sulla distanza, il team principal Frederic Vasseur avrebbe ravvisato un passo avanti sostanziale dal round di Miami.
La SF23, a suo avviso, sarebbe cresciuta in termini di prestazione e ora mancherebbe solamente uno step da compiere, quello che consiste nello sbloccare il potenziale dell’auto. “Quando ci riusciremo potremo lottare regolarmente con le Frecce d’Argento“, ha affermato nel post Montmelo il boss transalpino.
La sensazione è che a Maranello si trovino ancora in quell’oscura fase della ricerca delle motivazioni delle continue debacle. Ma stando a quanto riferito dall’ex capo del muretto Alfa Romeo una cosa è certa. La scarsa costanza di rendimento non sarebbe figlia della differenza di conformazione delle piste. Allo stesso modo lo spiraglio di luce recente sarebbe da imputare al pacchetto di aggiornamenti portato al debutto a Montecarlo, ragion per cui non ci sarebbe ragione per essere pessimisti guardando in prospettiva.
Un punto di vista, questo, condiviso da Carlos Sainz il quale ha voluto guardare al bicchiere mezzo pieno. Come? Facendo il confronto con quanto avveniva un anno fa. Nello specifico il madrileno ha preferito spostare il radar dalla prestazione pura e dalla tecnica, alla risposta umana della squadra. Se nel 2022 si erano verificati frequenti errori da parte dei meccanici al pit stop e le strategie parevano fatte a casaccio, questo Mondiale tutto ha dato l’impressione di essere meglio organizzato.
“Stiamo facendo progressi sotto il profilo decisionale“, ha asserito di fatto appoggiando la cacciata dell’ex stratega Inaki Rueda, messo subito sulla graticola quando la scuderia aveva cominciato ad inanellare insuccessi e tonfi clamorosi anche nei frangenti più favorevoli. “L’annata scorsa era stata complicata per noi da quel punto di vista. Adesso invece fatichiamo nel passo gara e per questo veniamo molto criticati“.
Per il #55 la difformità, in apparenza inspiegabile, tra il sabato e la domenica rende complesso fornire un giudizio veritiero sulla macchina, così come individuare cosa effettivamente stia mancando da impedire di replicare il ritmo della qualifica durante il gran premio. “L’equipe sta dando il massimo per andare nella giusta direzione. Come per ogni aspetto e ogni ambito della F1, ci sono sempre dei margini di miglioramento“, ha infine proclamato il figlio d’arte sforzandosi di sfoggiare un po’ di fiducia e ottimismo.
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