Il budget cap sta influenzando in maniera importante il campionato di F1. L’incredibile ammissione del box Red Bull arriva a sorpresa.
Guardando la classifica costruttori del Circus vengono i brividi. La Red Bull svetta infatti con 287 punti contro i 152 della Mercedes. Un divario pazzesco se si considera che sono stati disputati appena sei gran premi e la RB19 sembra avere uno o due passi in più rispetto a tutte le altre monoposto. Eppure, nonostante questa schiacciante superiorità, la scuderia austriaca è preoccupata. Per che cosa? Per una questione meramente economica.
Sebbene la multa da sette milioni di dollari presa per aver violato il tetto di spesa del 2021, le abbia fatto solamente il solletico, da Milton Keynes filtra un pensiero ben diverso.
Guai da budget cap, perché in Red Bull sono in ansia
In particolare secondo il team principal Christian Horner il dover stare per forza attenti a dove investire i soldi, risparmiando sugli uomini per puntare sugli aspetti tecnici e sullo sviluppo dell’auto, ha portato l’equipe a perdere diverse pedine preziose in termini di staff.
Il riferimento è innanzitutto alla fuoruscita di Rob Marshall che qualche settimana fa ha accettato le lusinghe della McLaren per svolgere il ruolo di direttore tecnico e del progetto a partire dal 2024. Un addio bruciante, il suo, essendo stato un personaggio chiave dell’area ingegneristica sin dal 2006, quindi dagli albori del gruppo voluto e creato dal compianto Dietrich Mateschitz.
Il richiamo del successo e della gloria non sembra più avere appeal, dunque. Meglio andare dietro ad uno stipendio più cospicuo. Per il responsabile del muretto degli energetici, l’ingegnere britannico avrebbe immediatamente firmato con Woking a seguito di un’offerta di peso, figlia anche di ambizioni nel breve periodo differente dalla loro.
“E’ chiaro che non si possa tenere tutti. Come è normale che chi lavora cerchi di garantirsi il posto. Negli ultimi anni Rob era focalizzato su altri progetti e quando gli è arrivata la proposta non ha potuto dire di no, visto che probabilmente corrispondeva a metà del budget della scuderia inglese. Non si può certo biasimarlo per questo“, ha asserito a RacingNews365.
Stando alla valutazione del marito di Ginger Spice, l’introduzione della limitazione delle risorse avrebbe posto problematiche e paletti che prima non esistevano, ma non solo, avrebbe pure messo in crisi chi si deve occupare di stabilire l’organigramma.
“Il guaio è che si ha del personale di lunga data, che ha dato un contributo importante che non si vorrebbe spostare di mansione per questa ragione”, ha rimarcato, spiegando come ora le figure senior siano traballanti a favore dei giovani, proprio perché avendo un cachet superiore fanno sforare il tetto di spesa.
Il caso eclatante è quello di Jayne Poole, ex direttrice operativa Red Bull, oggi passata in Mercedes come consulente speciale, costretta ad andar via proprio perché il suo salario era troppo alto per le esigenze del gruppo, evidentemente orientato a mettere più denaro sul tavolo per lo sviluppo della macchina.