Nell’industria dell’Automotive in tanti hanno cercato di imitare i gioielli creati da Enzo Ferrari. Questo esperimento vi lascerà senza parole.
La Ferrari è sempre stato un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono costruire auto da corsa. Se in Formula 1 il fascino di un tempo si è un po’ sbiadito, per quanto concerne le altre categorie del Motorsport e il prodotto auto la casa modenese rimane sempre il top.
Questa storia ci permette di essere orgogliosi delle vetture nate a Maranello. Nel mondo c’è sempre stata una voglia matta di avvicinarsi al concetto di perfezione made in Italy. Facciamo un passo indietro e torniamo al 1969. Un piccolo costruttore, all’anagrafe riconosciuto come Heinz Melkus, lavorava in officina ad una vettura sportiva chiamata RS 1000. Con un passato da pilota in Formula Junior e in formula 3, il 5 volte campione del DDR progettò, insieme ad altri tecnici, la prima Formula Junior della Germania dell’Est con motore a due tempi.
In un momento storico, particolarmente complesso per la Germania dell’Est, le vetture che parteciparono a queste categorie minori portarono il suo nome. Andò anche al di là del muro di Berlino, prendendo parte a diverse sfide europee, riuscendo a produrre 101 esemplari della RS 1000 che, pensate ricevette uno spazio anche per l’anniversario dei vent’anni della Repubblica democratica tedesca. In un angolo di mondo dove la passione per i motori e le auto sportive aveva lasciato il passo ad una realtà grigia e oppressiva, il costruttore sognando i capolavori di Enzo Ferrari, diede vita ad auto originali, considerata la scarsità dei componenti di cui disponeva.
Germania dell’Est, dove il sogno Ferrari divenne realtà
Prendendo spunto anche da modelli iconici inglesi come la Lotus Elan, il costruttore trasformò delle fantasie in realtà. Nell’arco della sua carriera imprenditoriale non poteva certo dedicarsi solo a modelli sportivi e per questo elaborò anche un’auto per il popolo, chiamata Wartburg 353. La sua passione, però, erano le vetture basse, larghe e potenti.
Heinz Melkus non voleva rinunciare all’idea di un’auto a motore centrale posteriore, con un telaio modificato in alluminio per ridurre il peso e una carrozzeria in vetroresina. Con un CX di 0,29, il costruttore decise di montare delle portiere ad ali di gabbiano, di ispirazione Mercedes, creando un’auto estrema simile alle Ferrari degli anni ‘60. Date una occhiata al video del canale YouTube Mainosser.
Una copia economica della 250 GTO con cerchi in acciaio, impianto frenante a tamburo ed un abitacolo spartano. Apparentemente l’auto sembrava pronta per affrontare la 24 ore di Le Mans. Sdraiati a pochi cm dal suolo come una Formula Uno, con soli 700 kg, l’auto stradale divenne un’autentica regina in pista. la RS 1000 montava un 3 cilindri, due tempi di 992 CC con soli 70 cavalli a 4500 giri/min e 118 Nm a 3500 giri. Inoltre, la 100 cavalli per le versioni da pista, era la più pepata.
Non era certo una potenza clamorosa, ma considerato il peso piuma, la vettura era agile e molto divertente nei tratti misti. Raggiungeva i 160 km/h, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 13 secondi. Un pò Ferrari, con qualche contaminazione della Ford GT40, non fece faville nel mondo delle corse, tuttavia i 101 esemplari prodotti furono venduti esclusivamente a coloro che avevano una licenza da pilota.