Avete mai pensato di vedere una macchina da formula 1 trasformata in una specie di millepiedi, con 12 ruote? Ecco, può sembrare folle, ma eravamo molto vicini dal vederla gareggiare.
Per capire bene di cosa si tratta, bisogna risalire all’origine del progetto stesso della Formula 1 e ricreare tutte le caratteristiche che lo hanno resto quello che è oggi. Già negli anni ’60, ’70 e ’80 l’evento era il momento più atteso per portare a conoscenza di tutti le stranezze dell’ingegneria di quel periodo in campo automobilistico.
Oggi, il concetto di Formula 1 e delle auto che gareggiano è profondamente cambiato: non si tratta più di percepire le stramberie ingegneristiche, ma di apprezzarne i passi avanti tecnologici e le profonde innovazioni stilistiche sul design di ogni bolide.
Negli anni sono stati in molti i progettisti che si sono dati da fare per progettare auto super potenti e prestanti che potessero gareggiare e vincere. I modelli che sono stati creati rispecchiano un po’ le idee bizzarre dei loro creatori: la Renault ha progettato il primo motore Turbo, la Lotus l’effetto suolo fino ad arrivare a David Cox con la sua Lion Grand Prix a 12 ruote.
Può sembrare un’idea folle, ma siamo stati molti vicini dal vederla realizzata: la Lion Grand Prix di David Cox, un ingegnere del Regno Unito, è stata progettata davvero come una stranissima auto e fu immaginata per correre sulla pista di Formula 1.
Nel 1979, David Cox iniziò a lavorare a questo suo grandioso progetto che però non vide mai la luce, ma era davvero innovativo per quegli anni. Il progettista immaginò l’auto con un motore a turbina e ben 12 ruote, delle quali, 10 avevano una funzione sterzante.
In molti si sono spesso domandati come mai Cox abbia progettato un’auto così strana e diversa dalle normali auto che all’epoca correvano su pista. Nel suo bozzetto di progetto veniva anche spiegato come mai aveva ideato l’auto con 12 ruote anziché 4.
Per prima cosa, l’auto fu immaginata con questo design stravagante per essere pubblicizzata e per avere una maggiore tendenza di mercato, quindi anche per attrarre maggiori sponsor. Inoltre, le 12 ruote riducevano l’aerodinamica dell’auto da un coefficiente di 0,8 a 0,65. In questo modo, aumentava la velocità del veicolo, che poteva raggiungere i 328 km/h con la stessa potenza di motore di un’auto normale da Formula 1.
L’auto avrebbe avuto una larghezza ridotta di 1886 mm, rispetto a quella standard della auto da corsa che si aggirano intorno ai 2150 mm. Le 12 ruote, poi, avrebbero riempito lo spazio che adesso si crea tra le anteriori e le posteriori, evitando il rischio, in caso di scontro tra due auto, che le ruote dell’una si incastrino nell’altra.
Insomma, l’auto di Cox aveva il suo perché e la Lion Grand Prix avrebbe dovuto vedere la luce, se solo non fosse stata rigettata come idea per il suo design poco accattivante e per i costi che avrebbe comportato.
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