Le auto ad effetto suolo di Formula 1 possono raggiungere potenze inimmaginabili. Non a caso i driver della categoria sono tra i migliori al mondo.
Per portare al limite i bolidi di Formula 1 occorrono skill di altissimo profilo. I piloti cominciano sin da bambini su potenti kart per poi arrivare nelle entusiasmanti sfide sulle monoposto a ruote scoperte. Solo i migliori trovano il modo di scalare una tale montagna, passando dalla F4, F3 ed F2, per poi arrivare in F1. Tutto è studiato perì avere battaglie epiche.
I migliori ingegneri del settore producono vetture sensazionali, capaci di spingere 20 piloti oltre le barriere e i record precedenti. Ogni anno l’asticella si alza sempre di più, costringendo i tecnici a trovare nuove strade per arrivare alla massima performance. Purtroppo il Motorsport non è così intuitivo come il calcio e altri sport. Va compreso nel dettaglio per apprezzarne l’essenza.
Gli aspetti legati all’evoluzione tecnica richiedono una analisi attenta. Ma il fascino risiede proprio nel lavoro di ogni singolo elemento di un’auto complessissima. La categoria regina del Motorsport si è evoluta sempre più sino ad arrivare ad un artifizio di troppo per creare show. Purtroppo con la nuova proprietà di Liberty Media si è giunti ad un paradosso clamoroso, senza considerare le implicazioni per le nuove generazioni.
Sempre più giovani, cresciuti a pane e Netflix, non conoscono nel dettaglio gli aspetti tecnici. Un tempo si poneva molta più attenzione sui dati legati al motore e alla potenza. Le auto non andavano così forte ma avevano un sound migliore ed erano più leggere. Del resto con il nuovo regolamento introdotto nel 2022 le vetture sono diventate più pesanti e molto difficili da superarsi.
F1, potenza clamorose
Le monoposto attuali di F1 sono equipaggiate da PU turbo-ibride, che toccano potenze massime che arrivano ad aggirarsi sui 1000 cavalli, mentre con gli aspirati non si superavano i 750. Le emozioni che davano, però, le precedenti vetture di Formula 1 erano molto superiori. I fan sono affascinati dallo 0 a 100 km/h, dalla top speed ma anche dalla coppia.
I motori moderni hanno una architettura molto particolare, essendo la fusione tra motori termici e quelli elettrici. Dal 2026 la parte elettrica sarà anche maggiore rispetto ad oggi. Le monoposto possono fare affidamento su oltre 1000 cavalli di potenza massima e ben 700 Nm di coppia. La cilindrata è di 1600 cc, e questo sembra un dato al di sotto delle aspettative.
Un tempo i motori erano V12, poi si passò ai V10 e, in seguito, ai V8 sino alla rivoluzione turbo ibrida. Le Power Unit V6 attuali sono più piccoli ma anche molto più complessi. Non è un caso che vi sono stati, sino ad oggi, due lunghi domini. Dopo quello targato Mercedes, lo scettro è passato alla Red Bull Racing. La squadra con sede a Brackley ha conquistato 8 mondiali di fila.
Regolamenti restrittivi in Formula 1
Uno dei maggiori problemi è legato alla ricerca dell’affidabilità, visto che è possibile usare da regolamento solo un massimo di 3 motori a stagione. Si tratta di un numero esiguo. La Ferrari, ad esempio, nel 2022 è andato incontro a diverse avarie. Nel complesso con il congelamento dei motori un po’ tutte i costruttori hanno fatto fatica.
La Red Bull Racing si avvale del motorista Honda. I giapponesi sono stati grandiosi nel riuscire a superare il periodo peggiore, elevandosi sul tetto del mondo. Mercedes ha fatto un netto passo indietro, ma le frecce nere dovranno compensare anche le carenze aerodinamiche della W14. Il motore Superfast della Ferrari, all’inizio del 2022, aveva una coppia pazzesca.
In uscita di curva Charles Leclerc e Carlos Sainz erano in grado di spingere al massimo, trazionando prima e meglio degli altri sulla F1-75. I rivali, in seguito, hanno accorciato il gap e poi scavalcato la Rossa. Sul piano del pacco batterie la Scuderia modenese sembra essere rimasta un passo indietro. La SF23 ha rappresentato un netto passo indietro rispetto al 2022, anche sul piano aerodinamico, a tutto vantaggio della RB19, della AMR23 e della W14.