La Piaggio ha prodotto un’auto tantissimo tempo fa, ma i risultati non furono di livello. Ecco la sua storia e come era stata prodotta.
L’Italia ha un grande legame con il mondo dei motori, che si parli delle due o delle quattro ruote. Quasi tutti associano il marchio Piaggio alla Vespa, o al massimo all’Ape, ma in pochissimi sanno che questo costruttore si era impegnato anche nella realizzazione di un mezzo su quattro ruote.
Oggi, infatti, vi parleremo della Piaggio ACMA Vespa 400, in pratica la macchina di questo marchio. Purtroppo, dobbiamo sottolineare che le cose non andarono di certo a gonfie vele in termini di affari, ed infatti, questo progetto fu abbandonato solo dopo poco tempo dall’inizio della produzione.
Piaggio, ecco la storia della ACMA Vespa 400
La Piaggio decise di realizzare l’ACMA Vespa 400, ovvero una microvettura costruita in Francia, a Fourchambault, nel 1957. Il modello, come dice lo stesso nome, fu realizzato dalla ACMA, ovvero un’azienda consociata, e venne costruita in tre diverse versioni, la Luxe, la Tourisme e la GT.
La storica azienda di Pontedera, famosa in tutto il mondo per via della produzione della Vespa, ha provato la fortuna delle quattro ruote, ma come potrete vedere, i risultati non sono stati neanche lontanamente vicini a quelli in cui si sperava. Rinaldo Piaggio, negli anni Cinquanta, decise di provare questo grande salto, portando il marchio all’interno del mondo delle quattro ruote.
In questo modo, dopo anni di vari studi, venne al mondo la ACMA Vespa 400, una citycar dalle forme e dimensioni molto compatte, spinta da un motore monocilindrico a due tempi da soli 13 cavalli, un concetto quasi più motociclistico a livello di architettura e di potenza sprigionata, ma dotata comunque di soluzioni tecniche che per l’epoca potevano essere giudicate interessanti.
Particolari le forme dell’anteriore, con fanali molto grandi ed arrotondati. Il tettuccio era apribile, per dare la sensazione ai passeggeri di freschezza nelle calde giornate estive, ma c’era anche il riscaldamento interno, che settant’anni fa non era di certo una cosa garantita in macchina.
Il cambio era a tre rapporti più la retromarcia, ma come vedremo nelle prossime righe, le cose sembravano troppo belle per essere vere. Questa strana utilitaria, infatti, si rivelò essere un flop clamoroso, che non ottenne un gran successo di vendite anche per via di un accordo con la FIAT. Scopriamo cosa accadde.
Ecco perché si trattò di un flop clamoroso
La FIAT stava lavorando all’epoca all’erede della Topolino, che sarebbe stata la mitica 500, il cui successo è conosciuto praticamente da tutti, sia in Italia che nel mondo. Ci fu dunque un accordo tra la famiglia Agnelli e la Piaggio, facendo vendere questa ACMA Vespa 400 solo in Francia, per lasciare la strada spianata in Italia alla 500.
Al momento della presentazione ufficiale, la Vespa su quattro ruote ottenne un enorme successo, facendosi conoscere in tante parti d’Europa, con grande interesse da parte della stampa e del pubblico. L’unveiling ufficiale avvenne al Salone dell’Automobile di Parigi, ma dopo questo gran furore iniziale, la magia andò svanendo del tutto in poco tempo.
C’era una competizione troppo forte da parte di altri marchi, ed inoltre, la lontananza eccessiva dai luoghi in cui veniva prodotta non aiutava di certo. La clientela, oltretutto, giudicava questo costruttore molto affidabile nella costruzione dei veicoli a due ruote, ma per le quattro non c’erano altri riscontri, motivo per cui le vendite furono molto poche.
La storia dell’ACMA Vespa 400 terminò come un vero e proprio fiasco, restando in produzione per soli quattro anni, dal 1957 al 1961, quando questo progetto fu abbandonato del tutto, senza che avesse raggiunto il successo sperato. Si trattò di un grande rimpianto, ma nonostante tutto, questo modello resta comunque un pezzo di storia del nostro paese.