Non soltanto motorini e motorette, la Piaggio ha messo in strada anche questo veicolo che però non è stato baciato dallo stesso successo delle moto del brand italiano.
Capita che i marchi produttori di motociclette ed automobili decidano di uscire dalla propria zona di comfort ma non sempre incontrando il favore del pubblico e della critica. In questo caso una nota produttrice di motociclette italiana ha esagerato, mettendo in strada qualcosa che non ha esattamente sorpreso in positivo il grande pubblico del marchio.
Oggi tocca alla Piaggio, famosissima in tutto il paese e anche al di fuori dei nostri confini nazionali per aver messo in strada la Vespa, uno dei motorini più famosi e diffusi al mondo. Questa motoretta simpatica e popolare ha venduto letteralmente milioni di esemplari e non esiste persona al mondo che non ne abbia vista almeno una in circolazione qualche volta.
Quello che pochi sanno è che dal motorino è nata più o meno un’automobile, quella che potremmo definire a grandi linee una versione a quattro ruote della Vespa che però non ha replicato il suo straordinario successo. Adesso ve la mostriamo e deciderete se concordare con noi o meno riguardo il fatto che è stata un fallimento epocale per il marchio.
Un’impresa troppo grande
Introdotta nel lontano 1957, la ACMA Vespa 400 nota anche come Piaggio ACMA 400 o semplicemente ACMA è una minicar a motore bicilindrico derivato da quello della Vespa che il marchio decise di realizzare con l’omonima compagnia francese, celebre per aver prodotto sia motorini e motociclette che automobili. In quel periodo però il mercato non era mica tanto clemente con i nuovi arrivi.
Tecnicamente parlando l’automobile aveva grandi potenzialità: tra gli optional contava aria condizionata di serie, specchietti laterali regolabili da contorno ad un design molto simpatico. Il progetto venne addirittura tenuto segreto facendo circolare il prototipo solo durante le ore notturne, per evitare che la concorrenza potesse rubare delle idee alla casa italiana. Parlando di concorrenza però, quegli anni erano pieni di rivali pericolose.
Infatti, se avete tenuto d’occhio il calendario, in quel periodo sul mercato c’erano diversi nomi affermati come Fiat con la 500 ed Autobianchi con la Bianchina che riuscirono in un certo senso a “ghettizzare” la rivale che vendette circa 30mila esemplari fino al 1961 che non sono pochi ma non furono minimamente sufficienti per consentire alla casa di continuare la sua avventura nel mondo delle quattro ruote. Ben presto, Piaggio sarebbe infatti tornata alle origini.