Giungono importanti novità in merito alle auto elettriche. In Europa, in particolare in Francia, hanno preso una scelta sulle EV non europee.
In uno scenario sempre più incerto, in Francia hanno vagliato una disposizione per spingere all’acquisto di auto elettrica prodotte nel Vecchio Continente. Le auto 100% elettriche stentano a decollare anche oltre confine, salvo i Paesi del Nord Europa, tuttavia c’è un grosso timore per gli anni avvenire. I costi delle EV sono alti e, difficilmente, caleranno, mentre le uniche auto a buon mercato arrivano dalla Cina.
Il rischio concreto è consegnare nelle mani del Continente asiatico un business miliardario. La paura non si limita solo ai vertici delle realtà europee, ma anche oltre Oceano. Negli Stati Uniti, infatti, hanno deciso di favorire il prodotto interno con incentivi specifici per le auto americane. Nell’ambito dell’Inflation Reduction Act si è optato per aiutare la crescita economica interna, mettendo un vincolo determinante all’importazione.
ll provvedimento americano era stato anche criticato aspramente in Europa, definendolo protezionista e discriminatorio nei confronti del prodotto straniero. Alcuni Stati membri della U.E., come la Germania, si erano opposti alla creazione di un vincolo sebbene a distanza di qualche tempo abbia deciso di uniformarsi sullo stesso piano con limitazioni alla produzione extraeuropee.
Più che protezionismo potremmo parlare di un giusto approccio alla crisi, considerata la crescita dei Paesi asiatici e l’inflazione e la decrescita delle “vecchie economie”. In Francia il Presidente Macron ha analizzato lo schema degli incentivi in un incontro avvenuto con imprenditori e burocrati per porre fine all’annosa questione che sta limitando la crescita dell’industria dell’automotive interna.
L’appello di Macron sulle auto elettriche
Il Presidente della Francia in vista del rilancio del settore automobilistico, improntato al green, ha annunciato: “Saremo il primo Paese europeo a rivedere i criteri di assegnazione dei contributi, ma questo non significa essere protezionisti: non chiuderemo il mercato, ma non vogliamo usare i soldi dei contribuenti francesi per sostenere l’industria non europea”.
Come riportato sulle colonne di sicurauto.it la scelta è giunta in relazione anche agli ultimi dati emersi da un’analisi secondo cui il 40% degli incentivi per l’acquisto di una nuova auto in Francia sono stati spesi per EV prodotte in Cina. L’obiettivo conclamato è quella di andare a proteggere, come sta facendo Biden negli Stati Uniti, il mercato interno dell’automobile.
Macron non vuole che l’Europa sostenga batterie che non sono prodotte nell’U.E., anche perché gli altri Paesi stranieri non hanno nessuna intenzione di favorire l’importazione di batterie prodotte in Europa. Negli Stati Uniti e in Cina conservano la loro indipendenza, mentre l’Europa è finita in mezzo a subire le pressioni di entrambe le potenze. Tutti i Paesi di Unione Europea dovrebbero prendere provvedimenti anche se non tutti hanno risposto presente sulla questione.
La Francia è intervenuta e spera che altre Nazioni, come l’Italia, a ruota possono prendere la medesima iniziativa. Quest’ultima, in Francia, dovrà aspettare l’approvazione del Parlamento di Parigi e potrebbe giungere anche dopo l’estate. Per evitare ulteriori critiche sulla questione, probabilmente, verrà deciso che le emissioni prodotte durante le attività prettamente industriali a carbone avrebbero avuto un impatto sull’ambiente.
Gli incentivi, invece, verranno attribuiti solo alle EV prodotte usando fonti di energia rinnovabile, dati tutti i limiti legati all’utilizzo del carbone in alcune realtà. Con questo escamotage le aziende cinesi verrebbero escluse, considerato che il 60% operano ancora con il super inquinante carbone.