Graining e blistering sono due parole che sono ormai ben note al pubblico della F1, ma non tutti conoscono la differenza tra i termini.
Da qualche anno a questa parte nel mondo della F1 è diventato assolutamente fondamentale riuscire a preservare quanto più possibile le gomme. Ecco allora come termini come “blistering” e “graining“ siano diventati comune a tutti, ma cosa vogliono dire?
Partiamo con la definizione basilare, ovvero per entrambe si trattano di usura delle gomme. Il problema inizialmente è gestibile, ma a un certo punto il pilota sarà costretto a rientrare i box per poter effettuare il cambio degli pneumatici.
Graining e blistering però possono essere gestiti durante la gara, in particolar modo il primo. In questo caso infatti si tratta della maggior parte dei casi di un danno minore rispetto al blistering, infatti provocherà un eccessivo accumulo di “sporco“ il quale verrà raccolto accumulato durante la gara. Una serie di detriti dunque si posano sullo pneumatico, provocandone così un peggioramento delle prestazioni.
Dunque il graining è un processo pressoché inevitabile durante la gara, ma ci possono essere delle cause esterne. Da un punto di vista tecnico un’automobile che presenta un’eccessiva formazione di graining sui propri pneumatici probabilmente deriva dalla errata costruzione della monoposto.
Un assetto infatti non perfettamente bilanciato è una delle principali motivazioni che può portare al graining. L’effetto dunque è quello di portare un deterioramento della superficie delle gomme e questo è molto spesso avviene quando gli pneumatici non sono ancora entrati in temperatura.
Blistering il principale problema: più grave del graining
Quando si parla di blistering invece si ha di fronte a un problema molto più serio. Si può facilmente vedere durante le gare, infatti comporta la fuoriuscita di una striscia verticale che ricopre tutta la gomma.
La formazione iniziale del blistering può essere controllata, con il pilota e gli uomini della Scuderia che possono segnalare questo problema. Una guida dunque maggiormente attenta e di certo non sfrenata limita la formazione del blistering, infatti in questo caso deve essere bravo il pilota, con Max Verstappen che è un maestro.
Il problema avviene in seguito alla formazione di piccole bolle che a mano a mano vanno a ingrandirsi durante la gara, portando alla completa distruzione dello pneumatico. In questo caso dunque il problema non sarà solamente esterno, ma il danno partirà internamente per poi espandersi anche nella superficie.
Se il graining può essere gestibile dunque durante la gara, il blistering a un certo punto comporterà obbligatoriamente il rientro ai box per evitare una foratura e la fine della propria prova.