Un grave incidente automobilistico ha stroncato la vita di un campione italiano di tennis in seguito a un violento scontro con un tir.
Quando si va in macchina il rischio di un incidente è sempre dietro l’angolo e le sciagure non guardano in faccia nessuno. Succede dunque che un campione del tennis paralimpico italiano nel febbraio del 2023 è stato tragicamente ucciso in seguito a un impatto contro un camion.
Si tratta di Andrea Silvestrone, sportivo di 49 anni che è stato affetto fin dall’età di 33 anni dalla sclerosi multipla. Questo però non ha minimamente bloccato la sua voglia di giocare a tennis e laurearsi in più di un’occasione campione italiano.
La tragedia si è consumata nel febbraio del 2023 quando si trovava in un furgone nell’autostrada A14, conosciuta come Adriatica. A bordo della vettura c’erano il tennista e i suoi tre figli e alla guida c’era proprio Andrea.
I quattro avevano deciso di noleggiare un furgone in Abruzzo, forse per una vacanza tutti insieme, purtroppo nella galleria di Castello a Grottammare si è consumata la tragedia. Non si è capito di chi sia stata la colpa, ma il bollettino finale dell’incidente fu drammatico.
A morire sul colpo furono Andrea e due suoi figli Nicole, di 14 anni, e Brando, di 8 anni, mentre il piccolo Diego di 12 è stato prontamente ricoverato all’ospedale di Torrette, nella zona di Ancona. Il camionista invece è rimasto illeso, ma quel tratto autostradale è considerato da molti “maledetto”.
A raccontarlo è stato il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, con quest’ultimo che ha spiegato come il suo intento sia quello di limitare quanto più possibile gli incidenti in quel tratto di strada che ha mietuto troppe vittime innocenti.
Chi era Andrea Silvestrone: tennis, sclerosi multipla
Si riteneva un “collezionista di attimi” Andrea Silvestrone, un uomo che ha dimostrato di saper reagire e combattere a ogni avversità. Per 16 anni ha dovuto convivere con la sclerosi multipla, ma da quel momento ha fatto suo il motto “Se puoi sognarlo, puoi farlo”.
Il tennis è stato per lui uno splendido sfogo per poter dimostrare che non esisteva alcuna malattia che lo avrebbe immobilizzato. Si allenò moltissimo e in questo modo ha conseguito diversi titoli paralimpici a livello italiano.
Da anni viveva a Montesilvano, in provincia di Pescara, ma era originario di Ravenna. Pochi giorni, lo zio del bambino Paolo decise di lanciare una raccolta fondi per sostenere il piccolo Diego e la famiglia. La strada purtroppo ancora una volta è stata sinonimo di tragedie e di sciagure.