Spesso chi compra un’auto nuova o a km zero sceglie di utilizzare la benzina premium. E’ un errore? Come funziona e i costi.
Negli ultimi tempi la benzina premium ha decisamente preso piede. E non è infrequente che chi acquista una macchina nuova, al primo rabbocco opti per lei anziché per la classica “senza piombo”.
In realtà questa azione non è sempre consigliata, in quanto bisognerebbe prima informarsi se la tipologia di veicolo che si possiede, sia adatta a quel carburante. Ma qual è l’elemento che li separa? La quantità di ottani. Una differenza sostanziale che non può essere ignorata quando ci si reca al distributore. Ma adesso entriamo nel dettaglio per capire meglio l’argomento.
Questo genere di benzina è conosciuta anche con il nome di “benzina verde”. Come abbiamo detto, il fattore che la porta a distinguersi dalla versione più diffusa è il numero di ottani contenuti. 95 in quella comune, contro i suoi 100. E’ forse proprio per il suo essere più pregiata, e per la promessa di garantire prestazioni migliori che gli italiani sono diventati suoi “fan”. Ma veramente dopo aver fatto il pieno l’auto va più veloce?
Intanto cerchiamo di capire cosa questi ottani, sulla carta capaci di “dopare” la vettura. Si tratta di un elemento fondamentale del carburante, in quanto aumenta la resistenza a qualsiasi tipo di detonazione. Ne consegue che il loro peso sul complicato processo di combustione sia molto elevato.
Per cui, per merito del loro contributo la benzina premium dovrebbe permettere al propulsore di durare più a lungo e con migliori risultati. Attenzione. Questa è solo una scuola di pensiero, in quanto altri, ritengono che le promesse di un livello di performance più elevato non siano né scontate, né automatiche.
In sintesi, se mettiamo la premium su una Panda, probabilmente non apporterà alcun beneficio sostanziale. Anzi potrebbero verificarsi dei problemi. Quindi bisogna rispettare le indicazioni sul libretto. Perché ogni veicolo ha il suo tipo di alimentazione. Una ricerca del New York Times, ha evidenziato come il carburante di ultima generazione rappresenti un plus solamente per alcune tipologie di autovetture, mentre per altre potrebbe risultare perfino dannoso.
Come abbiamo accennato in precedenza, l’obiettivo della benzina premium è quello di ritardare la combustione rispetto al consueto. Però non sempre ciò è un bene. Se l’operazione viene portata a termine con troppo anticipo, il motore rischia di trovarsi alle prese con delle anomalie anche di un certo rilievo. Nello specifico i pistoni potrebbero forarsi all’improvviso e l’intera vettura andare ko.
Attualmente, come detto, la maggior parte dei mezzi in circolazione lungo lo Stivale, come in Europa, prevede l’uso della benzina standard da 95 ottani. La scelta dei 100 ottani sembra può dunque sembrare superflua, ma non sempre è così. Ci sono alcuni veicoli che possono funzionare alla perfezione anche con la premium. Specialmente se hanno una certa potenza e una cilindrata elevata, piuttosto che preparazioni o sovralimentazioni peculiari. Allo stesso modo se su un macchinone si fa il rabbocco di benzina normale, le funzionalità rimangono intatte, così come la durata dell’unità motrice.
In sintesi la benzina a 100 ottani è indicata per le automobili che vantano un potenziale notevole, pensiamo alle sportive. Per tutte le altre, se poi ci si deve spostare in città dove è uno stop&go continuo tra semafori e traffico, va benissimo quella a 95 ottani.
Tra il 2012 e il 2013, la Commissione Europea ha portato avanti un’indagine, scoprendo come i distributori italiani non riportino i valori legati alla soglia di combustione del carburante, creando confusione. Chi offre invece il servizio sono le grandi compagnie come ENI, Tamoil e Q8. D’altronde, come abbiamo visto, alcune macchine hanno bisogno di carburanti da almeno 98 ottani. Tutto dipende dalla velocità massima, dalla quantità di cavalli, e dalla presenza del turbo compressore interno. Grazie ai 100 ottani, il propulsore continua a funzionare al top, anche sul lungo termine.
Uno dei motivi che dovrebbe scoraggiare chi possiede un’auto base, senza troppe esigenze prestazionali, a fare il pieno di benzina premium è il prezzo a listino. Per gli spostamenti quotidiani e senza velleità fare il rabbocco con quella standard è più che sufficiente. Diversamente, come abbiamo già spiegato, non apporta nulla e non aumenta le capacità. Al contrario, stando all’analisi fatta può portare dei problemi, rovinando alla lunga il mezzo meccanico.
Sul fronte costi delle premium si parla di circa 30 centesimi di euro in più, anche se alcuni distributori la vendono con un sovrapprezzo di 15 centesimi. Se poi la benzina supera i 100 ottani, si arriva anche a dovere sborsare 50 centesimi extra. Alla luce di questi numeri è ancora più il motivo per cui è inutile dotarsi di un carburante da sportiva, per un’auto normale. Per farsi un’idea ancora più chiara è comunque consigliabile visionare il libretto di circolazione o farsi dare qualche dritta da un esperto.
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