Le auto elettriche di seconda mano sono viste, spesso, con un certo sospetto. I motivi sono legati all’eventuale sostituzione della batteria. A volte, possono nascondersi anche dei buoni affari.
Il mondo dell’Automotive sta cambiando e anche alla velocità della luce. Nel 1900 sono proliferate industrie in ogni angolo della terra che hanno creato un impatto rivoluzionario sugli automobilisti. I motori a combustione, dopo un secolo di successi, stanno lasciando spazio al nuovo panorama, tutto da scoprire, delle auto elettriche.
Per fortuna, direbbero i petrolhead, sono duri a morire. Le vetture con motori a scoppio, almeno sino al 2035, saranno parte della nostra cultura. Poi non saranno più venduti, almeno nei Paesi dell’U.E., aprendo degli scenari a dir poco critici. Il boom economico del dopo guerra favorì la diffusione massiccia delle auto tradizionali. Le prime idee di “auto del popolo” erano già emerse prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale con Adolf Hitler che incaricò Ferdinand Porsche di realizzare l’auto che sarebbe divenuta nota come VW Maggiolino.
In Italia la FIAT e negli Stati Uniti la Ford diedero un impulso importante ad un mercato che diede vita alla rivoluzione dei carburanti. Dalla benzina al diesel, passando al GPL e al metano. L’auto elettrica, in realtà, era già stata pensata molti anni prima l’attuale diffusione, ma si erano riscontrate delle difficoltà che, solo la moderna tecnologia, ha permesso di limitare.
Il mercato delle auto elettriche
Le auto alla spina sarebbero risultate più care anche all’epoca e per questo, al di là della questione legata all’autonomia delle batterie, furono messe da parte a vantaggio delle vetture con motori a combustione. Il punto d’incontro è stata l’auto ibrida, ovvero alimentata sia da benzina che dall’energia elettrica. Negli ultimi anni i concetti di mobilità sostenibile e di ecologia, a tutti i livelli, hanno determinato la rivoluzione che è già in atto.
Nel panorama di crisi attuale, però, le auto elettriche rischiano di diffondersi, esclusivamente, in quelle aeree geografiche dove girano molti soldi. Se una FIAT 500 elettrica, senza incentivi, sfiora i 30.000 euro appare logico il problema alle nostre latitudini. In questo momento il mercato dell’auto è in crisi in Italia. L’usato, tra l’altro, è schizzato alle stelle e, in virtù delle ultime innovazioni, non sembra un problema di facile risoluzione. L’inflazione e la crisi del microchip, inoltre, non ha aiutato una ricrescita.
L’auto elettrica è diventata un prodotto sempre più ricco di accessori legati a nuove funzionalità. Tra infotainment di ultima generazione e soluzioni ipertecnologiche sembrano costruite per i giovani. Il problema è che, almeno della nostra società, non hanno le possibilità economiche di potersi consentire l’acquisto di una vettura alla spina. Per questo assume una importanza capitale il mercato dell’usato.
I vantaggi dell’usato
In Italia, essendoci pochissime auto nuove elettriche, stenta a decollare anche il mercato dell’usato. Si tratta di un aspetto non di poco conto. Gli ecobonus hanno rappresentato l’unica spinta concreta sin qui per questo mercato. Gli aspetti positivi sono legati al costo più vantaggioso dell’assicurazione, riduzione o esenzione dal bollo.
Non dovrete aspettare mesi e mesi, dato che una EV usata sarà subito pronta per voi. I pochi modelli sul mercato dell’usato potrebbero essere full optional e anche con pochi km percorsi. Solitamente chi acquista una vettura alla spina in Italia ha già una prima macchina. Rimane il problema della batteria e qui dovrete stare molto attenti. La durata dipende anche dalla modalità dell’utilizzo del proprietario. La cosa migliore sarebbe scaricare la batteria per poi ricaricarla, un principio molto simile a quello degli smartphone.
L’autonomia, soprattutto in caso di un utilizzo incauto, potrebbe calare con il tempo. Le stesse auto termiche devono fare i conti con la batteria della centralina. Quindi considerate sempre la garanzia quando acquisterete un’auto elettrica usata. Di solito sono 7 anni o più e in alcuni casi è prevista la sostituzione gratuita dell’accumulatore dopo 4 o 5 anni, in modo da non perdere capacità di percorrenza. In futuro, proprio come per gli smartphone, potrebbe nascere un mercato di auto elettriche “ricondizionate”.