Le auto di oggi vivono di grosse differenze tra di loro. Oggi, infatti, vi parleremo di cosa cambia tra le Mild Hybrid e le Full Hybrid.
Al giorno d’oggi, siamo immersi in un mondo che è del tutto deputato alla tecnologia, e ciò vale per tutti gli ambiti della società. A questo punto, restando nelle nostre tematiche, è bene parlare di ciò che accade quanto si affronta l’argomento dedicato alle auto, che sono state investite, a loro volta, dal grande sviluppo tecnologico.
Fino ad una ventina di anni fa esisteva il motore a combustione, senza altre eccezioni, ma poi sono iniziate a spuntare le grandi novità che contraddistinguono il nostro secolo. Prima di tutto è arrivato l’ibrido, con le prime vetture che hanno iniziato a portare una ventata di aria fresca ed un assaggio del futuro.
L’ibrido ha conosciuto, man mano, un forte sviluppo, con sistemi sempre più complessi e volti ad una serie di obiettivi, tra cui ne spiccano almeno un paio. Prima di tutto, l’obiettivo è quello di ridurre le emissioni, con un’attenzione sempre più grande da parte dei governi al nostro pianeta, ma anche quello di limitare i consumi.
Le auto stanno diventando sempre più efficienti, anche se, viste le ultime direttive, soprattutto quelle dell’Unione Europea, l’ibrido sembra già un qualcosa di superato. Infatti, nel vecchio continente si punta sull’elettrico, ma oggi vi parleremo di quella che è una differenza molto importante tra le vetture ibride, ovvero quelle che sfruttano la tecnologia Mild Hybrid e quelle che puntano sul Full Hybrid. Le cose sono ben diverse tra di loro.
Le auto che sfruttano la tecnologia Mild Hybrid non permettono di avere grossi vantaggi rispetto a quelle che hanno il solo motore a combustione. Le potremmo associare ai primissimi ibridi che risalgono ormai ad oltre un decennio fa, in cui si trattava più di un’operazione di marketing che altro.
Nelle Mild Hybrid, infatti, sia la batteria che il motore elettrico hanno delle dimensioni che sono piuttosto ridotte, cosa che contribuisce a ridurre sia il peso dell’auto che i costi di acquisto, ma è chiaro che, come si dice in gergo, da una parte debba pendere. Infatti, non vi aspettate un grande aiuto, né sul fronte della riduzione dei consumi né per quello che riguarda l’abbattimento delle emissioni di CO2.
Il motore elettrico è infatti solamente uno starter, ovvero una sorta di avviatore del motore a combustione e che fornisce una mano nelle fasi di partenza ed accelerazione. L’energia che sfrutta per funzionare viene recuperata ed immagazzinata nelle fasi di frenata, ma la batteria, a differenza delle plug-in ibride, non può essere ricaricata con una presa di corrente esterna.
Nelle Mild Hybrid, tranne pochissime e più costose eccezioni, non è possibile procedere senza l’utilizzo del motore termico, cosa che invece avviene con le altre tecnologie più avanzate di ibrido. Dunque, anche in mezzo al traffico, non è possibile pensare di proseguire solo con la batteria ed il motore elettrico, ed è questo il caso in cui non si guadagna praticamente nulla sul fronte dei consumi. Come detto, gli unici vantaggi sono il peso minore ed un costo di acquisto limitato, ma alla fin fine il gioco non vale la candela.
Le auto Full Hybrid rappresentano un deciso passo in avanti, anche se non sono così evolute come le plug-in ibride. In questo caso, le dimensioni di batteria e motore elettrico, così come il loro supporto alla guida, è nettamente superiore, e la principale differenza è che ci si può muovere con il solo ausilio della parte elettrica.
Il motore elettrico e quello termico, soprattutto nei centri urbani, possono alternarsi di continuo, e questo è un grande aiuto sul fronte dei consumi, che vengono ovviamente limitati in maniera importante. Negli ultimi tempi, le case costruttrici sfruttano anche i cosiddetti ibridi paralleli, con un motore elettrico accoppiato alle ruote, ed un altro che funziona da generatore e ricarica le batterie.
Ovviamente, il prezzo di acquisto ed anche il peso delle vetture risulta più elevato, ma questo è un qualcosa che poi può essere bilanciato dai minori consumi, ed anche dalle minori emissioni di CO2. La speranza è di avervi chiarito una differenziazione che spesso non è poi così conosciuta.
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