La casa di Borgo Panigale, da anni, è passata in mani straniere. Chi ha creato il mito Ducati, da tempo, non è più presente nell’azienda motociclistica.
La Ducati vola a livello di vendite, con fatturati sempre più alti, mentre sul piano sportivo i risultati sono ancor più strabilianti. I traguardi ottenuti nelle ultime stagioni hanno elevato la Rossa allo status di leggenda del Motorsport. Il 2023 è iniziato anche meglio rispetto all’annata record scorsa, con Francesco Bagnaia in testa alla classifica piloti e Bautista subito al comando della graduatoria in Superbike.
Le Ducati stanno dominando in lungo e in largo, grazie alle innovazioni tecniche dell’ingegnere Luigi Dall’Igna, capace di stravolgere i paradigmi storici della classe regina. Dal 2020 la casa di Borgo Panigale riesce a spuntarla in graduatoria, avendo conquistato il titolo costruttori con Dovizioso e Petrucci, per poi confermarsi al vertice, nei due anni successivi, con Bagnaia e Miller.
Nonostante l’assenza, in questa prima fase di stagione, di Enea Bastianini la squadra italiana sta continuando a conquistare successi su successi, monopolizzando la top class. Lo stesso sta accadendo anche nel campionato più prestigioso delle moto derivate di serie con il pilota spagnolo Alvaro Bautista, mentre sul piano gestionale la casa è ben guidata dal brand Audi, facente parte del gruppo Volkswagen.
Sebbene la proprietà straniera abbia rivoluzionato il marchio, la casa di Borgo Panigale conserva un legame fortissimo con l’Italia, rappresentando, orgogliosamente, il made in Italy nel mondo. Le prestazioni ottenute nel Motorsport hanno avuto una ricaduta pesante in termini di vendite, anche grazie alle tante innovazioni che non sono state alla portata di tutti i competitor.
La nascita del mito Ducati
Per risalire alla storia del marchio emiliano bisogna ritornare al 1926, anno in cui Antonio Cavalieri Ducati, avviò il progetto di realizzare dei sistemi di collegamento radiofonici. il progetto non fu portato avanti perché nell’anno successivo l’uomo perì. Negli anni successivi i discendenti non incentrarono la società sulle moto. Fu registrata, infatti, come “Società Scientifica Radio Brevetti Ducati”.
I figli di Antonio Cavalieri Ducati si divisero le mansioni e, dopo la seconda guerra mondiale, furono già spalle al muro, costretti a vendere l’azienda. Adriano emigrò negli Stati Uniti, collaborando anche con la Warner Bros. Marcello decise di trasferirsi a Milano per dare vita ad una attività connessa ai cancelli automatici, mentre Bruno si dedicò all’attività di compravendita di beni immobiliari.
I tre fratelli sono scomparsi da tempo e l’attuale discendenza è molto lontana dalle attività legate al brand delle due ruote. Quando è stata creata la Ducati, nel 1926, il capitale sociale era di appena 100.000 lire, mentre oggi si attesta sul miliardo di euro. I nipoti di Antonio Cavalieri Ducati, nonostante abbiano perso l’opportunità di cavalcare, uno dei più grandi successi motoristici di sempre, non se la passano male.
Dal ramo familiare di Marcello è nata la “Ducati Home Automation” che dal capoluogo lombardo ha trasferito la sede legale a Fidenza, cogliendo ottimi risultati di business, mentre la “Ducati Case Srl”, appartenente al fratello Bruno, è gestita oggi dai figli a Milano. Non è possibile conoscere nel dettaglio i patrimoni dei discendenti di Antonio Cavalieri Ducati, ma la volontà di spingersi oltre ha reso possibile una differenziazione del business con risultati molto soddisfacenti.