La Tragedia di Superga fu uno dei più grandi drammi del secondo dopoguerra italiano. Ecco cosa accadde nei pressi di Torino 74 anni fa.
Il 4 maggio è sempre una data difficile da sopportare per gli appassionati di calcio, in particolar modo, per chi tifa Torino. Infatti, 74 anni fa si verificò la Tragedia di Superga, nella quale quella magnifica squadra, guidata da capitan Valentino Mazzola, perse la vita in un incidente senza spiegazioni logiche.
La tragedia di Superga ha segnato un’epoca, una parte della storia del nostro paese, che in quegli anni versava già in condizioni disperate dopo la fine della guerra. Oggi ripercorreremo ciò che successe quel giorno, ricordando che le vittime di tanti anni fa non saranno mai dimenticate.
La tragedia di Superga è collegata ovviamente alla morte dei calciatori del Grande Torino, ma anche a quella dello staff tecnico e di alcuni giornalisti. Il tutto si svolse il 4 maggio del 1949, ben 74 anni fa, ma nonostante tutto il tempo che è passato, il ricordo è ancora vivo in tutti coloro che ricordano quel giorno, ed anche in chi non ha vissuto l’epopea dei granata.
L’impatto dell’aereo si verificò alle 17:03 di quel 4 maggio del 1949, ed ebbe luogo contro il muraglione del terrapieno posteriore della Basilica di Superga, nei pressi di Torino. L’aereo stava riportando a casa da Lisbona la formazione torinese, visto che era stata disputata una partita amichevole contro il Benfica.
Tanto per farvi capire quelle che erano le differenze con il calcio di oggi, quella partita fu organizzata per dare una mano a Francisco Ferreira, che era il capitano del Benfica, che in quel periodo era sommerso da debiti e problemi economici, un qualcosa impossibile al giorno d’oggi per un famoso calciatore.
Il volo della compagnia Avio Linee Italiane partì da Lisbona alle 9:40 di quel giorno disgraziato, con Pierluigi Meroni ai comandi. Alle 13:00 atterrò all’Aeroporto di Barcellona, per poi ripartire, alle 14:50, in direzione Torino-Aeritalia, lo scalo del capoluogo piemontese.
Poco prima dello schianto iniziarono i colloqui con la torre di controllo, ed è proprio in quei frangenti che si verificò la tragica fatalità. In particolare, alle ore 16:58, forse anche a causa di un guasto di progettazione delle apparecchiature di bordo, il capitano credeva di essere a 2000 metri, e, dunque, non stava sorvolando la collina di Superga, ma era sul punto di colpirla in pieno.
Alle 17:03 avvenne il terribile impatto, che distrusse l’aereo senza lasciare scampo agli occupanti, visto anche che la velocità era di 180 km/h, troppo alta per pensare di tentare una virata o qualsiasi altro tipo di manovra evasiva. Si compiva così la tragedia di Superga, un disastro nazionale.
Il presidente del Torino, Vittorio Pozzo, ebbe l’arduo compito di effettuare il riconoscimento dei cadaveri, e c’è da dire che il nostro calcio, in quel drammatico giorno, perse una delle squadre più forti che aveva mai avuto, e questo è un discorso valido anche per i nostri giorni.
L’aereo che fu coinvolto nella Tragedia di Superga era un FIAT G.212, ovvero un aereo da trasporto trimotore monoplano ad ala bassa, che era prodotto dal reparto aviazione della casa torinese. Era impiegato sia nell’ambito civile che militare, anzi, inizialmente era nato proprio per quest’ultimo motivo, cambiando poi destinazione d’uso a guerra finita.
Il progetto fu iniziato da Giuseppe Gabrielli al termine del 1943, quando il conflitto mondiale era ormai diretto verso le fasi finali, e le varie fasi di studio si prolungarono nel tempo proprio a causa della guerra. Il primo prototipo, infatti, debuttò il 20 gennaio del 1947, quasi due anni dopo il cessate il fuoco.
Il G.212 si distingueva dai precedenti vista l’introduzione di una fusoliera del tutto nuova, che poteva portare ben 30 passeggeri, che all’epoca erano un numero molto importante, mentre oggi ci sembrano pochissimi. Esso veniva impiegato nei servizi commerciali, e la compagnia ALI ne utilizzò ben 9 esemplari differenti per le sue rotte.
La base era a Milano, ma i viaggi erano verso diverse località europee, ma anche fuori dal vecchio continente, con destinazione l’Africa. Ce ne erano circa quattro versioni differenti, alcuni utilizzati anche per il servizio militare. La velocità massima che poteva raggiungere era di 375 km/h, e nonostante la sua bellezza e l’ottima reputazione di quel tempo, questo aereo verrà sempre ricordato per ciò che accadde a Superga 73 anni fa.
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