Le monoposto di F1 equipaggiano dei motori ibridi V6. In futuro la parte elettrica sarà sempre più rilevante. Ecco che carburanti usano oggi le wing car.
Il passaggio alle auto ad effetto suolo nel 2022 è stato epocale. Dopo quarant’anni sono stati rispolverati dei concetti che erano stati messi in cantina per una questione di sicurezza. Con le moderne tecnologie i tecnici in galleria del vento hanno potuto sviluppare delle vetture sensazionali, capaci di demolire diversi record storici.
L’auto da battere, dopo il dominio targato Mercedes, è diventata la Red Bull Racing. La squadra austriaca, dopo qualche problemino tecnico iniziale nei primi Gran Premi del 2022, ha dominato la scena, conquistando 17 GP su 22. Ben 15 li ha portati a casa il bicampione del mondo Max Verstappen, autore di una rimonta di 46 punti su Charles Leclerc. Quest’ultimo, al volante della Ferrari F1-75, aveva iniziato con il piede giusto la stagione, ma l’illusione è durata poco.
La squadra capitanata dall’ex team principal Mattia Binotto è scivolata sempre più in basso, accusando alla fine un distacco di oltre duecento punti dalla vetta. Il tecnico svizzero è stato messo alla porta e al suo posto è arrivato Frederic Vasseur dal team Sauber, ma i risultati non sono migliorati. Nel 2023 si è confermato, con ancor maggiore vigore, il dominio della Red Bull Racing. Sul piano tecnico la RB19 è un’auto pressoché imbattibile. Leggera, agile nei tratti misti, velocissima sul dritto.
Il progetto è talmente estremo che potrebbe avere meno margini di crescita rispetto alle altre vetture, soprattutto per le limitazioni in galleria del vento causate dallo sforamento del budget cap. In ogni caso la vettura progettata dall’équipe di ingegneri, capitanata dal geniale progettista Adrian Newey, è il punto di riferimento in pista, come testimoniano anche le 3 vittorie nei primi 3 Gran Premi del 2023.
A rendere più piatto lo spettacolo rispetto al passato vi sono diversi elementi. Oltre alla mancanza di test in pista, vi sono anche le regole nei pit stop che oggi limitano la strategia, esclusivamente, ai cambi gomma. Di conseguenza non si può più giostrare sui rabbocchi di benzina che consentivano alle vetture di differenziare tantissimo la tattica in gara. Quel magnifico odore di benzina in pit lane, purtroppo, non c’è più e lascerà spazio sempre più ad una nuova concezione di carburante ad emissioni neutre.
Il carburante in F1
Negli ultimi anni, le Power Unit sono diventate sempre più efficienti, portando a risparmiare molto in termini di consumi le varie vetture. Addirittura è previsto che tutti i team possano utilizzare un quantitativo di soli tre motori, senza incappare in penalità. Prima dell’inizio di un Gran Premio le già pesanti vetture sono caricate con circa 100 kg di carburante.
Tale quantitativo deve durare per l’intero arco della corsa, e subito dopo il traguardo deve contenere un certo livello di benzina per effettuare delle verifiche tecniche. Nel 2021 Sebastian Vettel dovette rinunciare ad un secondo posto nel GP d’Ungheria a causa di un errore di calcolo del team Aston Martin. Riuscì a terminare la corsa ma era a secco.
Uno dei motivi che ha spinto i tecnici ad elaborare auto sempre più grosse e pesanti è legato al serbatoio. Oggi devono contenere il quantitativo opportuno per tutto il GP, ma un tempo erano molto più piccoli. La storia della categoria regina del Motorsport si impregna anche di molti eventi drammatici legati alla benzina. Vi sono stati degli incidenti come quello della Benetton-Ford di Jos Verstappen che prese fuoco ai box per una perdita di carburante dal bocchettone. Per fortuna, oltre ad alcune bruciature, non vi furono particolari conseguenze.
Un circus sempre più green
I bocchettoni hanno rappresentato un grande patema per i meccanici. Ne sa qualcosa Felipe Massa che a Singapore 2008 se lo portò dietro in pit lane. Al di là degli inconvenienti tecnici le gare erano imprevedibili e spettacolari. Ora, invece, viviamo nel tempo dei bio-carburanti e dei motori turbo-ibridi, e l’impatto è stato devastante. L’obiettivo della F1 è quella di arrivare a zero emissione entro il 2030. Aramco sta collaborando ai test su 39 diverse miscele per comprenderne la sostenibilità e la capacità di alimentare adeguatamente i motori.
Oggi si pensa, in alcune fasi di gara, anche a gestire e risparmiare carburante. Un controsenso per dei piloti di auto da corsa. L’ondata green ha coinvolto anche le monoposto di F1. Nel 2022 è stata lanciata nel circus una nuova benzina sostenibile. La miscela E10, composta dal 10% di etanolo è stata concepita per ridurre l’impatto ambientale durante le tappe del mondiale, il tutto favorirà sempre più questa tipologia di miscela entro il 2026.