Il Gran Premio degli Stati Uniti del 2005 di F1 vide la partecipazione dei soli gomma Bridgestone. Ecco cosa è successo.
Una delle stagioni più controverse della F1 moderna è quella del 2005, che pose fine al dominio della Ferrari. Il Cavallino veniva da 6 titoli mondiali costruttori di fila e da 5 piloti, tutti conquistati da sua maestà Michael Schumacher. Il Kaiser di Kerpen, assieme al fido scudiero Rubens Barrichello, aveva dominato la scena, e la FIA aveva bisogno di ravvivare lo spettacolo.
Per farlo, la Federazione Internazionale introdusse la regola folle e stupida di non poter cambiare le gomme durante la gara. Infatti, la Bridgestone, che forniva solamente la Ferrari, la Jordan e la Minardi, faceva pneumatici che duravano per pochi giri, da sfruttare al massimo per poi essere sostituiti.
La Michelin, che equipaggiava tutti gli altri, aveva sempre avuto il suo segreto nella durata delle mescole, e questo mise le ali alla Renault ed alla McLaren-Mercedes, le quali dominarono la scena in quella stagione. La F1 aveva cambiato padrone, con Fernando Alonso che poi divenne campione del mondo, ma quanto accadde ad Indianapolis resterà per sempre nella storia di questo sport, in senso totalmente negativo.
F1, il crash di Ralf Schumacher ed il caos di Indianapolis
Nel week-end compreso tra il 17 ed il 19 giugno del 2005, sul tracciato di Indianapolis andò in scena il Gran Premio degli Stati Uniti, con la F1 che fece visita per la prima volta alla pista che ospita la mitica 500 Miglia. Il venerdì di prove libere iniziò malissimo, visto che la Toyota di Ralf Schumacher andò violentemente a sbattere sulla sopraelevata che immetteva sul rettilineo del traguardo.
Nello stesso punto, un anno prima, il tedesco, in forze alla Williams-BMW, ebbe lo stesso crash, infortunandosi alle vertebre e saltando diverse gare. Il fratellino di Michael se la cavò solo con un grande spavento, ma non fu autorizzato a correre, venendo rimpiazzato da Ricardo Zonta, il collaudatore e terzo pilota della casa giapponese.
L’incidente di Ralf fu causato dall’esplosione della gomma posteriore sinistra, ed in quel momento, si iniziò a capire che le Michelin avevano qualche problematica legata alla tenuta nel passaggio in quella curva. Le prove libere e le qualifiche si disputarono regolarmente, con Jarno Trulli, sull’altra Toyota, che regalò a questo marchio la prima pole position nella sua storia in F1.
Alla domenica mattina, la Michelin inviò una lettera ai suoi team clienti in cui non autorizzava le squadre a correre, come affermato dal team principal della Renault, vale a dire Flavio Briatore. Nonostante questo, tutte le 20 monoposto, incluse le 14 gommate dal marchio francese si schierano in griglia, ma poi accadde qualcosa di clamoroso.
Le squadre Michelin rinunciano a partire per la corsa
Domenica 19 giugno, in prima serata in Italia, va in scena un qualcosa che non era mai accaduto nella storia della F1. Tutti i piloti effettuano il giro di formazione, ma i gommati Michelin imboccano tutti la via dei box, lasciando schierarsi sulla griglia solamente coloro che montavano le Bridgestone.
Al via troviamo dunque le Ferrari di Michael Schumacher e Rubens Barrichello, le Jordan di Tiago Monteiro e Narain Karthikeyan e le Minardi di Christian Albers e Patrick Friesacher. Solo 6 monoposto, dunque, presero il via del GP degli USA, tra i fischi di un pubblico incredulo e furibondo.
Infatti, i tifosi che avevano affollato le tribune non erano stati informati di quanto era accaduto, e si erano recati presso l’autodromo convinti che la corsa si sarebbe disputata senza alcun problema. Sino a pochi minuti prima della partenza, tra la FIA e la Michelin c’erano state varie trattative, e si era anche parlato di mettere una chicane al posto della sopraelevata, ma il tutto si risolse in un nulla di fatto.
Durante la gara, i tifosi lanciarono lattine ed anche altro in mezzo alla pista, causando anche dei seri rischi ai piloti che presero parte alla corsa. L’unico brivido venne regalato dal duello tra le due Ferrari all’uscita del secondo pit-stop, con Schumacher che, per stare davanti a Barrichello, lo portò fuori dalla carreggiata, con il serio rischio di contatto.
Per il Kaiser di Kerpen si trattò dell’unica vittoria in quella pessima stagione per il Cavallino, l’84esima della sua carriera. Il podio fu completato da Monteiro, debuttante portoghese che fu l’unico a gioire tra i primi tre. Si trattò anche dell’ultimo podio per la Jordan e degli ultimi punti iridati per la Minardi, visto che entrambe sarebbero state cedute nel 2006, divenendo rispettivamente Midland e Toro Rosso.
Si chiuse così una delle pagine più nere nella storia di questo sport, e noi abbiamo ripercorso le varie fasi di quel bruttissimo fine settimana in questo breve video. Per fortuna, cose simili non si sono più ripetute, anche se di certo la massima categoria automobilistica non sta vivendo un periodo così privo di polemiche.