E’ un compleanno speciale quello della FIAT Multipla. Auto che ha diviso estimatori e critici, ci riporta ai gloriosi anni ’90.
La Multipla ha raggiunto quota 25 anni e che piaccia o no, resta una delle vetture di casa FIAT più conosciute e chiacchierate, per merito delle sue praticità e comodità. Sei i passeggeri che poteva ospitare, disposti in file di tre. E tra le sue caratteristiche spiccava un ampio vano portaoggetti e un altrettanto spazioso bagagliaio. Al debutto in pubblico nel contesto del Salone di Francoforte del 1997, fece la sua apparizione in autosalone nel 1998 quale omaggio alla vecchia 600 Multipla che, differiva per disposizione dei sedili, sempre sei ma a due a due.
Lunga appena 399 cm, e larga ben 187, presentava un anteriore a sbalzo tra cofano e parabrezza che faceva storcere il naso a molti. A idearla fu Roberto Giolito, lo stesso progettista che nel 2007 avrebbe creato la nuova 500.
Com’è nata la FIAT Multipla
Come come arrivò il designer ad un simile concept? Seguendo i vincoli imposti da PSA per quanto concerne l’obbligo di non concorrenza per la produzione delle monovolume, che in quel momento erano la Peugeot 806, la Citroen Evasion, la Fiat Ulysse e la Lancia Zeta, il brand torinese, dovette trovare un’alternativa alle cinque posti con lunghezza maggiore di quattro metri.
Ed ecco uscire la nostra macchina. Di lei si ricordano la plancia di comando rivolta verso il conducente, la posizione della leva del cambio inserita nella consolle in modo da premettere al pavimento di essere piatto e al passeggero del sedile anteriore di non stare sacrificato con le gambe. Nonché la compattezza delle dimensioni malgrado un’importante capienza, tanto da avere una capacità di 430 litri, estendibili fino a 1300 con l’abbattimento degli schienali della seconda fila. Un extra confort per chi vi viaggia.
Da quanto si apprende dai racconti dell’epoca, le vendite lì per lì non furono in linea con le attese e per questo lasciarono i vertici del marchio piemontese con un po’ di amaro in bocca.
A proposito delle origini del progetto, va detto che la vettura nata a Torino prendeva le forme dal telaio Space Frames, realizzato dal costruttore italiano per quegli esemplari che avevano un volume produttivo non particolarmente alto. Dunque, pur non essendo rilasciata in numeri elevati, la tiratura della prima generazione toccò quota 120mila unità immesse sul mercato.
Dal cuore fortemente radicato nello Stivale, vantava due tipo di motorizzazione, ossia diesel e benzina. La linea di montaggio di riferimento era quella di Mirafiori. Mentre la versione a gas vedeva la luce presso i reparti Alfa Romeo di Arese.
La seconda versione esordì sulle strade nel 2006 con qualche piccolo ritocco. Il più importante riguardava la stazza, con l’allungamento di una decina di centimetri. Rivista anche la sezione che più nel primo modello aveva fatto discutere, ossia quella anteriore. Venne quindi detto addio al famoso sbalzo sotto il parabrezza e ai gruppi ottici su due livelli, riuniti ora in un’unica fila unica al di sopra del paraurti. Una modifica che rese la Multipla più canonica e meno particolare.