In F1 hanno iniziato a spopolare i carburanti sintetici a basso impatto ambientale. Ecco chi rifornisce la benzina ai team.
Può sembrare un paradosso, ma anche in F1 l’ondata green ha invaso il circus. Di base tutte le squadra hanno dovuto iniziare a fare i conti con le pressioni politiche sono arrivate dall’alto. L’industria dell’Automotive condiziona quella del Motorsport e viceversa. Che impatto possono avere 20 monoposto che corrono in cerchio per 23 weekend all’anno?
Non ci sarebbe alcun bisogno di trasformare la categoria regina in una oasi eco-green, purtroppo i bei tempi sono finiti da un pezzo. Il passaggio ai motori ibridi V6 ha già privato gli appassionati di sensazioni uniche. Se mai vi trovaste ad assistere a qualche show come le finali dei mondiali della Ferrari avreste i brividi anche solo nell’ascoltare la sinfonia dei motori del passato.
Si è passati dai V12, ai V10 e poi ai V8. In pochi avrebbero immaginato la deriva dei motori V6 con una parte elettrica che sarà poi sempre più condizionante per quanto concerne le future monoposto 2026. Un tempo si avvertiva quel piacevole odore di benzina in pit lane. Le squadre avevano litri e litri di benzina per effettuare i pit stop con rimbocco. C’era un fascino diverso, prima che fossero bandite le soste con rifornimento.
Perché si è scelto di vietare in gara l’uso della benzina? Vi erano stati incidenti pericolosi, come quello di Jos Verstappen ai tempi della Benetton, ma i piloti non si erano mai lamentati dei rischi connessi alle soste con benzina. Si erano vissuti dei momenti anche molto concitati come, ad esempio, lo strappo del bocchettone a Singapore con Felipe Massa ma tutto ciò creava uno spettacolo unico in pista. C’erano più variabili strategiche e GP più imprevedibili.
La benzina delle moderne F1
Le monoposto attuali hanno dei serbatoi, decisamente, più grossi rispetto a quelli del passato. Le wing car, infatti, devono contenere tutti i litri per percorrere l’intera durata di una corsa. Le benzine usate su queste auto subiscono dei processi davvero particolare per rendere le power unit il più performanti possibili. Il team campione del mondo della Red Bull Racing, come avrete anche notato dagli sponsor, si rifornisce dal gruppo Esso.
Il sodalizio prosegue con successo da anni. Fino al 2015 la squadra con sede a Milton Keynes riceveva la benzina dalla Total, ma sotto il cofano battevano i motori Renault. La Ferrari, seconda in classifica nel 2022, ha un accordo con Shell. Il noto logo della conchiglia è uno dei simboli storici del Cavallano. Lo sponsor è presente sulle fiancate della Rossa a partire dal 1996. Prima della Shell, le Rosse venivano riempite di benzina Agip.
I successi dell’era Schumacher sono stati tutti targati dalla Shell. La partnership prosegue oggi anche nel WEC con le vetture GT e la Hypercar 499P. Un altro accordo di lunga data lega la Mercedes alla Petronas. Gli 8 trionfi consecutivi nell’era ibrida della Formula 1 sono stati targati dal brand malese. La Petronas ha avuto un ruolo importante in F1. La Sauber e la BMW avevano stretto un accordo negli anni ’90 e nel primo decennio degli anni 2000.
Alcuni team che sono motorizzati dalle PU Mercedes hanno un accordo con Petronas. L’Aston Martin ha fatto questa scelta, ma anche la McLaren dopo l’interruzione della partnership con la Gulf (ora insieme alla Williams), compagnia petrolifera iconica nel mondo delle corse. Lo stesso discorso vale con Shell per Alfa e Haas che equipaggiano i motori Superfast del Cavallino. L’Alpine, invece, viaggia con i carburanti BP della Castrol.
L’impatto green dei nuovi carburanti
Dal 2022 le vetture sfruttano i carburanti E10, costituiti per il 10% da etanolo realizzati da fonti rinnovabili. Dal 2026 questo processo sarà sempre più intenso con motori sempre più elettrici. L’obiettivo delle squadre è arrivare, entro il 2030, al target delle zero emissioni.
Si tratta di una sfida anche dispendiosa da portare avanti, spinta alle ingerenza della politica internazionale. Anche la categoria regina del Motorsport sta subendo pressioni. Di sicuro è preferibile l’uso di carburanti ecologici piuttosto che vedere il circus della F1 trasformato nel palcoscenico silenzioso della Formula E. Non è ancora chiaro se le prestazioni future possano essere inficiate da questa politica, ma tutto nel Motorsport sta cambiando ad una velocità impressionante.