Da Abu Dhabi 2021 per Hamilton si è aperta una fase calante della carriera in F1. Ecco come ha cercato di affrontare la situazione.
Abituato ormai da tempo a vincere, o meglio a dominare grazie ad una Mercedes spaziale, assolutamente di una categoria superiore rispetto alla concorrenza, questo almeno dall’inizio dell’era ibrida avvenuto nel 2014, quando all’improvviso Lewis Hamilton si è trovato a lottare contro un pilota di un team diverso e con una macchina che se non perfetta, si stava comunque avvicinando ad un altissimo livello di competitività, è andato in tilt.
Nel 2021 il primo colpo, quando andò in scena un duello di nervi, in pista e non solo, tra lui e Max Verstappen. E soprattutto tra i rispettivi boss Toto Wolff e Christian Horner. Poi terminato con la resa dell’armata tedesca e il successo, almeno tra i piloti dell’olandese. Tutto questo non senza polemiche anche a causa dell’oscuro finale del GP di Yas Marina.
Pronto per la riscossa nel 2022 il britannico si trovò bloccato da una W13 fallimentare nel disegno che non gli consentì né di vedersela direttamente con il nuovo iridato in carica, ma neppure di battersi per la piazza d’onore andata alla fine alla Ferrari.
Quest’anno le cose sarebbero dovute andare diversamente, e guardare maggiormente dalla sua parte, ma come sappiamo la W14 non si è rivelata finora un progetto azzeccato. Dunque, delusioni su delusioni hanno minato il carattere solo in apparenza imperturbabile del #44 che ora ammette di aver dovuto lavorare molto per rafforzarsi mentalmente.
Grazie ad un impegno meticoloso sotto questo punto di vista, ha imparato a gestire la sconfitta e le brutte giornate. E molto ancora dovrà fare per accrescere ancora di più l’arte della sopportazione. Quella che ti consente di immagazzinare il brutto risultato, elaborarlo e passare oltre senza rimuginare troppo sopra.
“Nel dietro alle quinte mi sono rimboccato parecchio le maniche. Migliorando ciò riguarda il mio rapporto con gli ingegneri, piuttosto che il modo per tirare fuori il massimo da ogni settore“, ha spiegato a Fox Sports.
Hamilton ha capito come uscire dalle difficoltà
Il processo di crescita e cambiamento del 38enne, è culminato in una più proficua amministrazione delle emozioni, specialmente se le cose vanno male. Anziché chiudersi nel silenzio, ha capito di dover esternare per evitare di ripetere gli errori commessi.
“Specialmente quando ero ragazzino ed ero reduce da una corsa negativa non mi si poteva parlare per giorni“, ha confessato. “In quel posto finivo di frequente, e questo mi ha insegnato a riprendermi. A dire che il passato è passato. Anche solo ciò che è successo cinque minuti prima, non può più essere modificato. Quello su cui possono avere effetto è come andare avanti” , ha svelato il suo nuovo atteggiamento, da lui stesso definito un “grande progresso”.
Il diverso atteggiamento mentale, ha coinvolto anche altre aree della sua vita, dagli allenamenti, all’alimentazione, dalla gestione del tempo, alla comprensione di aspetti tecnici come possono essere le gomme. “Ora riesco a leggere la monoposto con molta più precisione rispetto a prima“, ha proseguito nella sua analisi soffermandosi sul particolare un in precedenza era molto più dipendente dai tecnici.
“Non potevo permettermi di dare indicazioni sulla direzione da prendere. O in generale intervenire. Adesso invece lo faccio. So cosa ha bisogno la macchina per fare ciò che desidero, e mi serve per tirare fuori il massimo da me e dal mezzo che ho tra le mani“.
Il non essere più un novellino gli ha dunque permesso di “aggiustare” e correggere tutte le zone d’ombra che gli impedivano di esprimersi al 100%, “Grazie all’esperienza ho acquisito anche una certa tranquillità mentale, che prima mi mancava“, ha infine sottolineato.