Un motorino non dovrebbe poter entrare in uno stadio, ma non sempre è così. Ricordate quando uno scooter venne lanciato dagli spalti?
Come può uno scooter entrare all’interno di uno stadio? La domanda ha per tanti anni attanagliato gran parte dell’opinione pubblica e darsi una risposta è praticamente impossibile. In Italia a quanto pare tutto è possibile e dunque riviviamo insieme quel folle pomeriggio.
Il giorno è il 6 maggio del 2001 e allo stadio Giuseppe Meazza di San Siro, a Milano, si gioca la partita attesissima tra Inter e Atalanta. Le due compagini nerazzurre distano solo 50 km e c’è una grande rivalità tra le due tifoserie.
La squadra di Marco Tardelli era alla disperata ricerca di un posto che le permettesse di poter partecipare alla Champions League dell’anno seguente e contro i bergamaschi tutto andò per il verso giusto.
Già nel primo tempo una doppietta di Christian Vieri e un gol di Alvaro Recoba permisero ai padroni di casa di portarsi sul 3-0 e chiudere così in anticipo le ostilità. La partita però passò alla storia per quello che accadde nel secondo tempo.
A un certo punto le telecamere inquadrarono la Curva Nord dell’Inter, la zona più calda del tifo della Beneamata, e un manipolo di tifosi aveva un motorino malconcio e l’obbiettivo era quello di lanciarlo al di sotto del secondo anello verde.
Fu un momento davvero sconvolgente e al momento non si riusciva davvero a capire il perché si fosse deciso di attuare un così folle gesto. I fatti all’epoca spiegarono parzialmente che cosa accadde anche se il gesto in sé e per sé rimane senza senso.
Secondo le ricostruzioni del tempo l’errore di chi doveva gestire la sicurezza della partita fu quello di aprire anticipatamente i cancelli dello stadio. Questo infatti permise a un gruppo di “tifosi” dell‘Inter di scendere e poi rientrare per rubare uno scooter di un tifoso dell’Atalanta.
Stando a quanto riportato, si trattava però di un qualcosa che era stato organizzato da diverso tempo, un piano congeniato in ogni suo dettaglio. Il motorino infatti era già stato individuato e portato all’interno degli spalti, tra la clamorosa indifferenza generale delle autorità.
Il lancio poi venne attuato quando già alcuni tifosi se n’erano andati, in modo tale da non compromettere la loro incolumità. La scelta di rubare un motorino proprio ai tifosi dell’Atalanta non fu però un qualcosa di casuale, anzi.
L’astio tra le due tifoserie risale infatti addirittura alla stagione 1972-73, quando in occasione di una sfida sempre a Milano, un gruppo di sostenitori dei bergamaschi iniziò a danneggiare le auto di Boninsegna e di Corso.
Aver toccato i veicoli di due più grandi idoli nella storia dell’Inter scosse in qualche modo il popolo meneghino e la vendetta è un piatto che va consumato freddo. Non andavano colpiti i giocatori dell’Atalanta, loro non c’entravano nulla, si doveva far male ai tifosi.
Per qualcuno il gesto del motorino fu un semplice segnale da mandare alle autorità. Non era importante che cosa accadesse, ma all’interno dello stadio dovevano essere gli ultras a comandare e a decidere cosa fosse giusto e sbagliato.
A distanza di anni la situazione non è poi cambiata così tanto, ma per fortuna non si sono più visti motorini venire lanciati dalle curve.
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