Qual è la strada più pericolosa del pianeta e dove si trova quella che è considerata una delle vie più rischiose in assoluto.
Ecco quali pericoli sono in agguato lungo un percorso che unisce l’alto rischio a una bellezza mozzafiato.
Malgrado una certa retorica romantica sulle bellezze del viaggio, mettersi per strada non è mai una passeggiata. A ogni metro percorso potrebbe spuntare un potenziale pericolo. Del resto, si dimentica spesso che non c’è rischio senza prudenza né prudenza senza rischio.
Quando ci mettiamo in viaggio potranno anche dirci di guidare con moderazione, di scegliere la strada meno pericolosa, ecc. Potranno dirci di correre il minor rischio possibile. Ben difficilmente potranno dirci di non correre alcun rischio. Per non correre rischi dovremmo semplicemente fare a meno di partire.
Come si chiama e dove si trova la strada più pericolosa del mondo
Gli spiriti avventurosi alla Indiana Jones e gli amanti del rischio a prescindere le strade pericolosissime invece se le vanno proprio a cercare. E più pericolose sono, meglio è. In questo caso vogliamo parlare della strada più pericolosa del mondo. Che proprio per la sua letalità si è guadagnata il poco rassicurante soprannome di Camino de la Muerte, il cammino della morte.
La strada più pericolosa in assoluto si chiama Via degli Yungas: si trova in Sud America e tutti i viaggiatori che hanno avuto la fortuna – o la sventura – di percorrerla la considerano la strada più rischiosa del mondo. Percorrerla in viaggi di gruppo o in solitaria cambia poco.
Ma dove si trova esattamente Via degli Yungas? In Bolivia: è qui che parte la strada. Via degli Yungas comincia a La Paz, dalla capitale del Paese sudamericano. I cambi di altitudine sono numerosissimi. Infatti si sale dai 3.500 metri sul livello del male fino a oltre 4.600 metri di quota, poi si scende di nuovo a 1.500 metri. Un saliscendi davvero impressionante.
Come si viaggia sulla strada più pericolosa del mondo
Naturalmente il fondo del cammino della morte è rigorosamente sterrato. E chiaramente non c’è alcun parapetto laterale e proteggere gli automobilisti lungo la via. Non c’è nulla a frapporsi tra i veicoli e gli strapiombi vertiginosi attraverso i quali si viaggia.
A completare il quadro c’è il clima. Lungo la via si incontrano climi differenti. Si passa dal freddo all’umido e il tempo varia che è un piacere. Ulteriore complicazione è la possibilità concreta di vedersi avvolgere da banchi di nebbia. Una eventualità per nulla improbabile a queste latitudini.
Via degli Yungas venne costruita nell’ormai lontano 1930. A costruire la strada più pericolosa della terra furono alcuni prigionieri paraguaiani catturati durante la Guerra del Chaco tra Bolivia e Paraguay. Lo scopo del Camino de la Muerte era quello di collegare la capitale La Paz all’Amazzonia boliviana.
Nel tempo Via degli Yungas è stata teatro di incidenti spaventosi. Basti pensare al dramma del 1983, quando morirono in un sol colpo circa un centinaio di persone.
I pericoli di Via degli Yungas
Anche oggi gli incidenti non mancano di certo sulla strada più rischiosa del pianeta, soggetta com’è a una vasta gamma di pericoli. Oltre alla mancanza di sicurezza, al dislivello da paura, ai precipizi e al clima inclemente bisogna fare i conti infatti anche col rischio di caduta massi e frane. All’origine delle cadute c’è spesso la pioggia tipica dei climi subtropicali alla quale si aggiungono svariati corsi d’acqua che scendono direttamente a cascata sul manto della strada.
Per chi ama la vita spericolata e i sentieri estremi il cammino della morte rappresenta sicuramente un’esperienza emozionante. L’alto rischio d’altro canto è il prezzo da pagare per addentrarsi in un luogo naturalistico di una bellezza più unica che rara, con l’intera superficie ricoperta dalla fittissima vegetazione degli alberi andini e della foresta amazzonica.
In tempi più recenti è stata costruita anche una vita più moderna e sicura delle curve al cardiopalma del cammino della morte. Via degli Yungas però continua a essere percorsa da tanti turisti incuriositi e dagli abitanti dei villaggi che popolano questa zona remota.