Il fermo amministrativo auto è un provvedimento disposto nei confronti del proprietario del mezzo che non paga un debito verso il Fisco o una multa per violazione del CdS. A cosa si espone circolando lo stesso?
Il fermo amministrativo auto va rispettato, altrimenti le conseguenze sanzionatorie sono inevitabili.
D’altronde, basta dare un’occhiata ai ricorrenti casi di cronaca per rendersene conto: oltre alla finalità informativa della vicenda, fatti come quelli frequentemente raccontati sui quotidiani dovrebbero costituire un monito e suggerire comportamenti più consoni quando si subisce un fermo.
L’ultimo recente caso in Lombardia lo conferma, e ci spinge a ricordare quali sono le conseguenze sanzionatorie di chi vìola il divieto di circolare per fermo amministrativo. I dettagli.
Il fresco caso di violazione del fermo amministrativo auto è solo l’ultimo di tanti: un contribuente con dei debiti non saldati verso lo Stato, e gravato dunque da un provvedimento di fermo, è stato trovato alla guida dell’auto durante un controllo effettuato dalla polizia nel territorio comasco.
Gli agenti erano sul posto per una serie di verifiche alle auto in transito e al momento dell’inserimento dei dati della vettura fermata, è emerso che la macchina non poteva circolare in quanto era stata sottoposta al fermo amministrativo auto.
Un 44enne comasco è stato così sanzionato con una multa di ben 1.984 euro, certamente una cifra molto alta ma che consegue alla violazione dell’obbligo di non circolare a causa delle ‘ganasce fiscali’. L’uomo, che era alla guida di un veicolo Bmw Cabrio, ha dovuto così subire l’immediato verbale da quasi 2mila euro, praticamente un atto dovuto innanzi ad una limpida violazione delle norme di legge.
Ora l’automobilista ha 60 giorni di tempo giorni per pagare la multa (già molto alta), altrimenti vi sarà un aggravio della sanzione pari a circa 4 mila euro, 3.968 per la precisione.
Il fatto ci porta a ricordare quali sono tutte le varie conseguenze gravanti su un veicolo sottoposto a fermo amministrativo.
Il provvedimento dell’Agente della Riscossione, che dispone il fermo amministrativo, è trascritto nel Pra (Pubblico registro automobilistico) con annotazione ad hoc. Ciò servirà a tutti per sapere, con una semplice consultazione del sito online dell’Aci o una visura, che un certo mezzo è stato fatto oggetto di fermo.
Per questa via, le forze dell’ordine potranno agevolmente fare effettuare i controlli su strada, proprio come nel caso appena citato dell’automobilista comasco fermato e multato pesantemente.
Non solo. Anche i potenziali acquirenti del mezzo ne verranno a conoscenza, in modo da essere messi in guardia ed evitare di comprare un’autovettura o una moto gravata da fermo amministrativo. Tra le conseguenze ‘collaterali’ del fermo amministrativo, oltre allo stop alla circolazione, vi è anche il divieto di radiare il mezzo, demolirlo o esportarlo all’estero.
Abbiamo ricordato sopra che il recente caso della multa quasi pari a 2mila euro è uno dei tanti, ma questo anche perché non tutti sanno delle sanzioni in gioco per chi circola con un veicolo sottoposto a fermo amministrativo. Ebbene, così come indicato dall’art. 214 del Codice della Strada, la sanzione è pecuniaria e oscilla da un minimo di 1.984 ad un massimo di 7.953 euro, alla quale si somma la sanzione accessoria della sospensione della patente di da da uno a tre mesi e il sequestro del mezzo.
L’automobilista è stato dunque sanzionato con il minimo previsto dalla legge, un importo comunque molto elevato specie se paragonato a quello di altre multe per violazioni diverse del CdS.
Ricordiamo infine che se il debitore non salda il debito per cui il fermo amministrativo era stato applicato, il ‘congelamento’ non opererà a tempo indeterminato: infatti l’Agente della Riscossione potrà pignorare il mezzo e sottoporlo alla vendita all’asta, per soddisfarsi sul ricavato.
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