I costi per la manutenzione dell’auto presentano il conto in questo 2023. E si tratta di un conto piuttosto salato, cresciuto oltretutto nel corso dell’ultimo decennio.
A dirlo è un’analisi di Federcarrozzieri. In crescita la spesa media per mantenere la propria auto. Incidono particolarmente il caro energia e la crisi delle materie prime. Aumenta anche l’Rc auto dopo anni di costante diminuzione.
Auto, quanto mi costi! Come sa bene ogni automobilista, non c’è solo il costo della benzina da mettere a bilancio per mantenere la propria macchina. Sono diverse le voci di spesa. Ma a quanto ammontano? Possiamo farci un’idea più precisa sui costi annuali della nostra automobile grazie ai dati divulgati da Federcarrozzieri che presentano, per così dire, il conto aggiornato per il mantenimento della nostra auto nel 2023.
Anche in questo caso, come praticamente per tutto il resto, il conto è in crescita. Secondo le stime di Federcarrozzieri, allo stato attuale la spesa media per mantenere un’automobile si aggira sui 4.219 euro, una cifra aumentata del 4,8% in confronto a dieci anni fa, quando per tenere in forma la nostra auto spendevamo 4.025 euro all’anno.
Come è facile immaginare, particolare attenzione riguardo le voci di costo aumentate è dedicata ai rincari sul carburante. In base ai prezzi dei listini odierni si stima che 2,5 pieni al mese per ogni auto costeranno agli automobilisti circa 2.784 euro all’anno. Nel 2013 per gli stessi pieni spendevamo mediamente 2.622 euro, con un aumento registrato pari a un +6,2%.
Ma ad aumentare ancor di più è stato il conto del meccanico e del gommista. Sempre secondo l’analisi dell’associazione dei carrozzieri per ricambi, pneumatici e lubrificanti oggi spendiamo in media 275 euro, ben il 21,2% in più rispetto a una decina di anni fa.
Ancora più salato il conto per interventi di riparazione e di manutenzione ordinaria, con la spesa arrivata oggi a 448,5 euro dai 337 euro che si spendevano nel 2013. In termini percentuali l’aumento è pari al 33% in più, il più corposo tra quelli registrati finora.
A pesare di più, in senso negativo, sul comparto automotive sono principalmente due fattori: il primo è la crisi delle materie prime, il secondo il caro energia. Il combinato disposto ha prodotto, tra 2021 e 2023, un aumento dei costi dei pezzi di ricambio, per le vernici e la strumentazione tecnica, oltre alle spese per l’energia che gravano sulle officine. Tutti rincari che si sono poi tradotti in aumenti per le diverse riparazioni.
In crescita anche le tasse automobilistiche che dai 228 euro di media per auto del 2013 sono passate ai 240 euro nel 2023. Per fare qualche esempio pratico, nel 2013 fare la revisione auto costava 45 euro alla Motorizzazione e 66,88 euro andando in una autofficina autorizzata. Oggi per la stessa revisione della macchina ci tocca sborsare 54,95 euro alla Motorizzazione e 79,02 euro in officina. I rincari in questo caso sono stati rispettivamente del 22,1% e del 18,1%.
Aumentati, anche se in misura minore (magra consolazione), i costi per pedaggi e parchimetri. La spesa annua per famiglia è salita a 87 euro (+10,7%) rispetto ai 78,6 euro di dieci anni fa.
In risalita anche l’Rc auto dopo una diminuzione generalizzata che durava da diverso tempo. Negli ultimi anni il costo medio delle polizze ha fatto registrare infatti un costante calo dal 2013, quando la tariffa media (dati Ivass) si aggirava intorno a quota 533 euro. Adesso però anche i prezzi delle assicurazioni si segnalano per un’inversione di tendenza. Stando alle stime più recenti da parte di alcuni siti specializzati nel 2023 le polizze sono aumentate circa del 6% rispetto all’anno precedente. Con quest’ultimo incremento il prezzo medio nel 2023 dovrebbe attestarsi sui 385 euro a polizza assicurativa.
Un cambio di rotta sul quale Federcarrozzieri ha lanciato un appello. L’associazione si è rivolta al premier Giorgia Meloni per chiedere all’esecutivo un intervento «sull’abuso di posizione dominante delle compagnie di assicurazioni che limitano la concorrenza e danneggiano i consumatori, obbligando i propri assicurati ad eseguire le riparazioni in caso di sinistri presso officine indicate dalle stesse imprese assicuratrici».
Si tratta, prosegue Federcarrozzieri, di «una palese violazione di tutte le normative nazionali e comunitarie che non solo danneggia la concorrenza, ma porta ad interventi di riparazione sempre più superficiali e a basso costo, con pericolose ripercussioni anche sul fronte della sicurezza stradale».
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