Il portacolori Ferrari Sainz, non cela lo scoramento dopo un avvio di stagione traumatico. Ecco cosa desidera.
Il suo inizio di stagione 2023 non è certo stato quello sperato. Ed infatti dopo tre gare la Ferrari occupa la quarta piazza costruttori con appena 26 punti contro i 123 della capolista Red Bull. Un gap pazzesco, decisamente non in linea con le premesse e i discorsi tenuti dai vertici del team alla vigilia del campionato e in fase di presentazione della SF23. Addirittura l’amministratore delegato Benedetto Vigna aveva dichiarato riportando un pensiero espresso dall’ex responsabile del muretto Mattia Binotto che il motore della nuova monoposto sarebbe stato una bomba.
Dati alla mano invece, Leclerc ha finora collezionato due ritiri e un settimo posto. Mentre Sainz ha visto sempre il traguardo, ma con un andamento in calando. In Bahrain ha chiuso quarto, in Arabia Saudita sesto e in Australia dodicesimo.
E’ innegabile che quello che sta attraversando la Rossa sia un momento di forte crisi, acuito da aspettative che facevano presupporre ben altro. Il guaio è che se sul giro secco la SF23 si barcamena, sulla distanza fatica ancora.
Facendo un bilancio di questa primissima tranche di Mondiale Carlos non ha taciuto la sua ansia. Sebbene nel complesso si senta più a suo agio sulla nuova auto che sulla vecchia F1-75, il madrileno ha mostrato una certa insofferenza per la sua scarsa competitività, nonché per un’affidabilità scarna che fa sentire entrambi i piloti a rischio quando provano a spingere.
Dal suo ingresso a Maranello il figlio d’arte ha vissuto sulle montagne russe. Dapprima addirittura più in palla di Charles, già pratico della macchina e della squadra, quindi lo scorso anno, malgrado la vittoria conseguita a Silverstone, decisamente più annebbiato. E ora in una sorta di limbo. “In un certo senso mi manca il 2022. Allora sapevo di avere tra le mani una vettura capace di conquistare corse e pole position“, lo sfogo del #55 riportato da F1i.com.
Nonostante, come detto, dodici mesi fa non fosse tutto rosa e fiori per lui, avendo patito in maniera imprevista il confronto con il vicino di box, la forza della macchina gli dava coraggio e speranza che, ad un certo punto, le cose avrebbero potuto cominciare a girare.
“La monoposto attuale mi si addice di più e sotto il profilo della guida non c’è nulla che mi stia facendo soffrire in particolare, tuttavia non sono ancora riuscito a mettere in fila delle tornate decenti, nella fattispecie in qualifica“, ha argomento prima di dare una mazzata al Cavallino.
“Nei GP penso di aver tirato fuori tutto ciò che possiede il mezzo, ovvero non molto. Il potenziale odierno è piuttosto limitato“, ha asserito tranchant, ammettendo poi di attendere con fermento gli aggiornamenti per poter fare qualche piccolo passo avanti.
Il problema principale del veicolo risiederebbe nel suo eccessivo consumo delle gomme. Un handicap che non si potrà risolvere nell’immediato, ma che con le evoluzioni in programma potrebbe attenuarsi. “Non siamo in grado di battagliare con gli altri perché quando l’aria si sporca, l’auto diventa inguidabile, il degrado pneumatici aumenta e non consente di compiere sorpassi. Il che significa rimanere bloccato per tutto il tempo“, ha chiosato critico.
Se già Carlitos è depresso figuriamoci come possa stare il “Predestinato”. Con due zero nella tabella c’è poco da stare allegri. Non a caso, quasi rassegnato per il grande distacco accumulato, giusto per dare due numeri lui è fermo a 6 lunghezze, mentre Verstappen in testa è a 69, ha rivelato di aver completamente alterato i suoi obiettivi. “Ora ciò che conta è arrivare alla bandiera a scacchi senza incorrere in penalità o problematiche varie“, ha considerato laconico il #16 dopo aver invitato il suo garage a rimboccarsi le maniche per tentare di salvare il salvabile.
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