Buona parte dello scetticismo sulle auto elettriche riguarda i chilometri che si possono coprire con una sola carica. Ecco tutte le risposte.
Come sappiamo uno dei principali problemi delle vetture full electric è che non possono farci coprire lunghe distanze come, invece, eravamo abituati con quelle con motore endotermico. Se abbiamo bisogno di affrontare un viaggio di parecchi chilometri, dovremo metterci l’animo in pace e cominciare a pianificare le diverse tappe sulla base delle esigenze di ricarica. Certo, è una scocciatura, specialmente perché i tempi si vanno a dilatare, ma dobbiamo pensare che lo stiamo facendo (forse) per il bene del nostro pianeta.
Altro aspetto non trascurabile è quello del costo. Effettivamente, oggi, investire su un mezzo al 100% verde, significa mettere sul piatto parecchi denari. Che non terminano con l’acquisto dell’auto, ma proseguono nelle infrastrutture necessarie, come ad esempio la colonnina di recharge personale. Insomma, almeno nell’Italia di oggi, con le sue criticità economiche, la strada non si presenta per nulla in discesa.
Una EV a buon mercato attualmente, non la si trova a meno di 20mila euro. Non poco per chi riceve uno stipendio medio. E spesso, non si può neppure contare sull’aiuto degli incentivi statali in quanto, essendo le somme messe a disposizione dell’esecutivo, poche, si esauriscono nell’arco di poche settimane.
Finora abbiamo spiegato le criticità, ma vi sono anche diversi punti positivi che dovrebbero darci l’input alla conversione. Primo fra tutti, la non necessità di pagare il bollo per i primi cinque anni di vita del veicolo. E la sua riduzione del 75% per il lustro successivo. Addirittura, in regioni come Piemonte e Lombardia, l’esenzione è perpetua e porta ad un risparmio che va dai 300 ai 1000 euro annui. Non devono versare l’emolumento neppure le supercar a spina con più di 250 cv.
Tra i benefici non secondari pure l’assicurazione meno cara del 30/50% rispetto a quella per un’autovettura tradizionale. E non c’è neppure bisogno delle sostituzione di elementi come liquido refrigerante, olio o filtri. Sul fronte tagliando il costo medio è al di sotto dei 150 euro. Quindi abbastanza a buon mercato, tranne che nel caso della Tesla, dove la cifra arriva a toccare i 500 euro.
Genericamente la manutenzione non prevede grossi esborsi. E in certi periodi dipendere dall’elettricità anziché dal carburante può risultare quanto-mai conveniente. Ma torniamo alla questione “pieno di energia”. Ad oggi attaccarsi alla presa di casa è la strada migliore per il risparmio. Al massimo si spendono 20 centesimi al kilowatt.
Fornendo un esempio concreto, se disponiamo di una Peugeot e-208 ci basteranno 10 euro per tornare al 100% suoi 50 kilowatt. Ovviamente, a fronte di una potenza limite di 3,7 kilowatt dell’impianto casalingo, il tempo richiesto sarà maggiore. Per un veicolo di piccole o medie dimensioni ci vogliono all’incirca 27 ore per una ricarica completa.
Rispondendo alla domanda cardine del nostro approfondimento, ovvero qual è la spesa necessaria per coprire 100 km, diciamo che sono sufficienti 3,50 euro. Se poi si ha una Tesla Model 3, per un consumo di 15,1 kW, ci vogliono 3,32 euro.
Attenzione, però. Attaccarsi alle colonne in strada prevede altre cifre, in quanto queste dipendono dal gestore. L’auto statunitense, servendosi di Supercharger riservati prevede un costo di 4,98 euro, sempre per la medesima distanza.
Va sottolineato che anche diversi punti di ricarica pubblici offrono prezzi competitivi. In alcune aree come i parcheggi dei supermercati è molto spesso consentito attaccarsi gratis. Tra questi citiamo la Lidl che consente di tenere la macchina in sosta nella sua area di proprietà pure di notte, per cui volendo si può lasciare lì il proprio veicolo per fargli completare i ciclo.
Come abbiamo visto l’acquisto di un EV prevede pro e contro. Prima di procedere, trattandosi di cifre importanti, è bene rifletterci bene.
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