Il fermo amministrativo auto è un provvedimento di notevole peso per il proprietario di un’automobile, ma vi sono alcuni strumenti che permettono di toglierlo. I dettagli.
Oggigiorno il fermo amministrativo auto è in rapida diffusione, una crescita che non si arresta e che dimostra ancora una volta che una larga fetta di contribuenti non paga le tasse nei tempi dovuti come anche le sanzioni collegate a cartelle esattoriali, ingiunzioni fiscali e intimazioni di pagamento.
Il fermo amministrativo auto consiste in un provvedimento da parte di un ente di riscossione, valevole nel caso il patentato-contribuente non abbia saldato un debito verso lo Stato. Tuttavia anche in ipotesi di emissione di un fermo di questo tipo, una via d’uscita c’è. Come fare dunque a toglierlo? E quali contromosse adottare? Scopriamolo insieme nel corso di questo articolo.
Fermo amministrativo auto: natura e funzione
Lo abbiamo appena accennato, ma giova ribadirlo per chiarezza. Il fermo amministrativo si concretizza in una misura da parte dell’Agente della Riscossione, che blocca l’uso dell’auto fino a quando il proprietario-contribuente non darà luogo al pagamento del debito. Il fermo amministrativo serve dunque a garantire un credito legato al mancato pagamento di tributi o tasse (ad esempio IVA, IRPEF e bollo auto) o di sanzioni amministrative per violazioni del Codice della Strada.
Chi scelga di circolare comunque, si espone ad una sanzione amministrativa pecuniaria che può anche sfiorare un importo pari a 8mila euro.
Peraltro con un fermo amministrativo attivato, non è possibile rottamare o demolire il veicolo. E come detto è assolutamente vietato circolare su strada pubblica. È essenziale anche ricordare che l’auto soggetta al fermo non può essere parcheggiata in strada, ma è obbligatorio custodirla in un luogo non soggetto a pubblico passaggio, come ad esempio un box privato.
Le 2 condizioni chiave per disporre il fermo amministrativo
Come accennato in apertura, i fermi amministrativi sono oggi in crescita esponenziale, anche perché sono uno strumento molto efficace e pratico per riscuotere i crediti non saldati, applicando ai mezzi a motore di proprietà del contribuente inadempiente le “ganasce fiscali”, che gli vietano di circolare. In particolare il mezzo fatto oggetto di fermo amministrativo è di fatto “congelato”, perché oltre a non poter circolare, non può essere neanche radiato o demolito o esportato in un paese straniero.
Condizioni chiave per disporre il fermo amministrativo auto sono date dal fatto che il debito:
- deve essere stato iscritto a ruolo;
- deve essersi trasformato in un atto di riscossione, come una cartella di pagamento o un’ingiunzione fiscale.
Da notare che, tra gli strumenti di recupero coattivo del credito, l’esattore può contare su un vastissimo ambito di scelte – pensiamo ai pignoramenti ma anche e soprattutto al fermo amministrativo, che fra tutti è il più semplice e veloce da applicare.
Come togliere il fermo amministrativo e usare di nuovo il mezzo: le 6 possibili soluzioni
Veniamo al punto. Come fare ad eliminare il gravoso fermo amministrativo sull’auto o su un qualsiasi altro veicolo? Vediamo di seguito le possibili soluzioni:
- la più ovvia è il pagamento integrale del debito con contestuale richiesta all’Agente di Riscossione della cancellazione del provvedimento;
- il ricorso al giudice competente è un’altra possibile strada contro l’iscrizione del fermo. Con esso si fa valere il mancato preavviso entro il termine di 30 giorni, che è imposto dalla legge, o altre ragioni di illegittimità del provvedimento di fermo (ad es. debito già pagato o caduto in prescrizione);
- si può anche rateizzare il debito pendente con l’Agenzia Entrate Riscossione tramite un piano di dilazione ad hoc fino a 72 rate mensili. Da notare che il versamento della prima rata blocca il fermo, e per questa via si potrà riprendere a circolare con il mezzo a motore. Tuttavia il fermo sarà formalmente cancellato soltanto alla data dell’effettiva estinzione del debito, e dunque con il pagamento dell’ultima rata;
- ulteriore alternativa è la rottamazione della cartella da cui era sorto il debito;
- ancora, il contribuente può dimostrare che il mezzo è strumentale all’attività di impresa o della professione svolta, e dunque è obbligatorio per continuare a svolgerla. Sono tuttavia esclusi da questa possibilità i lavoratori subordinati.
Infine non dimentichiamo che secondo la giurisprudenza maggioritaria se il mezzo è utilizzato per il trasporto di un disabile, il fermo amministrativo non può essere inflitto, perché ciò ostacolerebbe la libertà di movimento del portatore di handicap acclarato.