Quali sono state le richieste di risarcimento per danni più stravaganti di sempre? Ecco la top 3 di quelle più incredibili.
Ci sono infatti richieste di risarcimento che appaiono davvero singolari. In questo articolo ci concentriamo sulle tre più strane in assoluto.
In genere quando pensiamo alle richieste di risarcimento per lesioni personali la cosa che viene subito in mente sono gli incidenti automobilistici o di lavoro, magari nei cantieri. E poi cadute, scivolate, episodi malasanità (per negligenza medica ad esempio).
Ma naturalmente questi sono soltanto i casi più comuni. In altre circostanze le richieste di risarcimento sono state decisamente fuori dall’ordinario, per non dire francamente bizzarre o perfino folli. Ce ne sono state tre in particolare che si contendono la palma della richiesta di risarcimento più strana in assoluto.
Pronti a sapere quali sono state le richieste più stravaganti di sempre?
1. La casa degli orrori
Partiamo allora con la prima. Si tratta di un reclamo contro una casa… stregata. Sappiamo che giocare su scenari e personaggi dell’orrore è un’attrazione che fa colpo. Tutto il campionario dell’horror eccita, fa venire i brividi. La paura è un’emozione che attira diverse persone. Via libera dunque alle varie case dell’orrore col loro codazzo di mostricciattoli, diavoletti, fantasmi, streghe e stregoni, perfino serial killer.
Si è divertita meno però la donna che si è decisa a fare causa alla Universal Studios dopo una visita alla Haunted House of Horrors. Voleva essere risarcita per il trauma psicologico e l’angoscia mentale. Cosa era successo? Che scappando da uno dei dipendenti in costume horror era scivolata e caduta a terra, anche se non con gravi conseguenze fisiche non avendo subito lesioni.
La donna però aveva fatto causa per lo shock psicologico. Ma non è riuscita a convincere il tribunale che ha respinto la sua richiesta affermando che non si era verificato alcun trauma psicologico. La casa stregata insomma era sì spaventosa, ma non al punto da traumatizzare la psiche.
2. Le previsioni del tempo sbagliate
Un’altra richiesta sconcertante ha a che vedere invece con un grande classico: le previsioni del tempo sbagliate. Sarà capitato a chiunque di noi fidarsi delle previsioni meteo che annunciavano una bella giornata di sole e poi di ritrovarci puntualmente bagnati come pulcini da un acquazzone che in teoria non avrebbe dovuto essere lì a rovesciarci addosso un nubifragio. Ma tant’è. Fatta salva la comprensibile sfuriata quando ci si ritrova fradici da capo a piedi, è cosa ampiamente nota che le previsioni del tempo non sono una scienza esatta e che i meteorologi non sono degli oracoli infallibili. E che dunque l’errore in questo campo è da mettere in preventivo.
Anche in questo caso però la cosa non è andata giù a una signora in Israele che ha chiamato il canale del meteo a rendere conto dei suoi errori di previsione. Era successo che la querelante, fidandosi ciecamente delle previsioni del tempo, si fosse vestita non certo per far fronte alla pioggia battente. Di conseguenza si è presa il classico accidente: influenza e quattro giorni di lavoro persi.
Così la donna ha portato in tribunale i meteorologi televisivi. E non era disposta ad accontentarsi del semplice risarcimento economico: pretendeva anche le scuse. Com’è andata a finire in questo caso? A differenza della prima richiesta bizzarra (la casa stregata) stavolta il giudice le ha dato incredibilmente ragione. La signora israeliana ha sorprendentemente vinto la causa. Così l’emittente televisiva è stata costretta a risarcirla con 1.000 euro.
3. Caffè bollente rovesciato sulle ginocchia
C’è infine la terza richiesta strana, anche se solo in apparenza come vedremo. Questa volta a essere tirato in causa è il caffè caldo di McDonald’s. Parliamo di una delle cause più dibattute dello scorso secolo. Il fatto accadde nel 1992 in Usa. Fu allora che la signora Stella Liebeck, allora 79enne, comprò del caffè al drive-through di un McDonald’s di Albuquerque, capoluogo della contea di Bernalillo, nel Nuovo Messico centro-settentrionale.
Dopo aver comprato un caffè d’asporto la donna ripose la tazza tra le ginocchia, forse non il posto migliore dove tenerla soprattutto se stai viaggiando in macchina. Sta di fatto che la signora Liebeck, che non si trovava alla guida dell’auto ma era solo una passeggera, cercò di rimuovere il coperchio della tazza per aggiungere panna e zucchero. Ma nel farlo il caffè le si rovesciò completamente addosso.
Il problema era che il caffè non era semplicemente “caldo”, ma francamente bollente. Al punto da ustionarla gravemente. L’anziana donna riportò infatti ustioni del terzo grado, anche perché indossava pantaloni della tuta che assorbirono il caffè con grave danno per la sua pelle. In particolare subì ustioni nella zona pelvica e dovette essere ricoverata per circa otto giorni. Le ustioni erano talmente gravi che dovette sottoporsi a innesti cutanei all’interno delle cosce e non solo, oltre a due anni di cure mediche.
Un caso non isolato
Il suo caso peraltro non era isolato. Erano già state oltre 700 le segnalazioni precedenti di lesioni da caffè, incluse lesioni di terzo grado. E in alcuni casi McDonald’s aveva già dovuto pagare dei risarcimenti per l’eccessiva – e pericolosa – temperatura del caffè venduto ai propri clienti.
Lo stesso dovette fare per il caso di Stella Liebeck, che vinse la causa. Il suo avvocato riuscì a convincere la giuria che assegnò alla donna l’equivalente di due giorni di entrate dalla vendita del caffè. Il verdetto inizialmente prevedeva un risarcimento milionario da 1,7 milioni di dollari. La compagnia le aveva offerto la miseria di 800 dollari. Alla fine però il giudice finirà per ridurre i danni all’equivalente di 435.000 euro. Così le parti finiranno per concludere un accordo post-verdittale.
Insomma, in questo caso si trattava di un danno decisamente più grave di uno spavento o di un’influenza, come prova anche l’entità delle cifre del risarcimento.